Poesie e filastrocche sugli animali e favole in rima
Poesie e filastrocche sugli animali e favole in rima – una raccolta, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.
La filastrocca del bimbo e delle bestiole
Il bambino.
Farfallina, farfalletta
dalle alucce tutte d’oro,
perchè voli tanto in fretta?
Perchè sempre scappi via?
Perchè vai sempre lontano?
Io ti voglio qui vicino
un momento, un momentino.
La farfalla.
Lasciami andare, bambino
non mi chiamare!
Devo volare al mio regno,
lassù nel paese più azzurro
lassù nel paese più bello.
Se scende improvvisa la notte
non giungo più in tempo al castello.
Il bambino.
Formichine, formichette
dove andate in processione?
Son già colme le casette
di granelli e briciolone.
Aspettate un momentino
e fermatevi a giocare.
Perchè far tanto cammino?
Perchè mai tanto da fare?
Le formichine.
Oh, lasciami andare, bambino,
oh, lasciami andare!
Siam cento, siam mille sorelle
e tutte dobbiam lavorare
perchè ci facciamo la dote
e presto dobbiamo sposare.
Il bambino.
La farfalla vola lontano…
la formica continua il cammino
sono un povero bambino
che non sa con chi giocare.
Il merlo dell’albero.
Lascia volare le farfalline,
le formichine lascia al lavoro:
a casa attendono le sorelline
se vuoi giocare, gioca con loro. (L. Galli)
Il ritorno delle bestie
Passa il grido d’un bimbo solo:
Turella, Bianchina, Colomba!
Porta in collo l’erba ch’ha fatta,
nella sua crinella di salcio.
Le sue bestie al greppo, alla fratta,
s’indugiano al cesto ed al tralcio.
Ei che vede sopra ogni tetto
già la nuvola celestina,
le minaccia col suo falcetto;
Colomba, Turella, Bianchina! (G. Pascoli)
Venti ranocchi
Venti ranocchi sono a lezione
con fuori gli occhi per l’attenzione.
Si fa silenzio col campanello
quindi il maestro legge l’appello.
Cro Cro? Presente! Cra Cra? Assente!
Cri Cri? Cri Cri? Son qui!
Verdello Verdardi? Verrà più tardi!
Verdino Verdato? Ancora malato!
Da un’ora circa stan zitti e attenti
poi uno dice che ha mal di denti.
Un altro lascia il posto a sedere
finge, il maestro, di non vedere.
Cri Cri è già stufo della lezione
si gira e cambia di posizione.
Cro Cro in silenzio di fila esce
va via saltando dietro ad un pesce.
Verdello scappa fuori dal banco
anche il maestro ormai è stanco.
Suona il segnale di libera uscita
oh, finalmente l’ora è finita!
Filastrocca degli animali
An ghin gà
fa l’ochetta qua qua qua
e conduce i suoi marmocchi
a giocare coi ranocchi
quanto è buffa non lo sa
com’è bello l’an ghin gà.
An ghin ghe
quando canta coccodè
la gallina ha fatto l’uovo
io lo cerco e non lo trovo
ma chissà chissà dov’è
com’è bello l’an ghin ghe.
An ghin ghi
canta il gallo cri cri cri
canta in mezzo alla campagna
la cicala lo accompagna
do re mi fa sol la si
com’è bello l’an ghin ghi.
An ghin go
l’asinello fa ih oh
dice a tutti gli animali
io conosco due vocali
tutto il resto non lo so
an ghin go.
An ghin gu
il tacchino fa glu glu
fa glu glu e diventa rosso
fa la ruota a più non posso,
ma non fa niente di più
com’è bello l’an ghin gu.
Il lupo e l’agnello
Un dì nell’acqua chiara di un rusceòòo
beveva cheto cheto un mite agnello,
quand’ecco sbuca un lupo maledetto
che grida pien di rabbia: “Chi ti ha detto
di intorbidar l’acqua mia così?
Non sai che è il mio ruscello questo qui?”
“Scusatemi maestà, ma non credete
che l’acqua sia di ognuno che abbia sete?
Le nostre poi intorbidar non posso poi,
perchè io bevo in basso più di voi”.
Così rispose il povero innocente
con la gran forza di chi non mente.
Infatti come ognuno sa
ha un gran potere la verità.
Gli dice il lupo digrignando i denti:
“Io dico che l’intorbidi, tu menti!
E poi parlasti mal di me l’anno passato!”
“Maestà non si può dir, non ero nato!”
Il lupo vinto allora dalla verità
gli disse: “Allora fu tuo padre, un anno fa!”.
E stretto fra le zanne ingiustamente
sbranò impietoso il misero innocente.
La volpe e il corvo
Sen stava messer corvo sopra un ramo,
con un bel pezzo di formaggio in becco.
La volpe si avvicina piano piano,
attratta dal profumo di quel lecco.
“Salve, messer del corvo! Io non conosco
uccel di noi più bello in tutto il bosco,
se come dicono anche il nostro canto
è bello come son le nostre piume
potreste voi davvero menar vanto
di gareggiare col sole e col suo lume”.
Non sta più nella pelle il vanitoso
di far sentire il canto suo famoso,
del suo gracchiare vuole dare un saggio,
spalanca il becco… e cade giù il formaggio.
La volpe il piglia e dice al corvo sciocco:
“E’ il giusto prezzo per la mia lezione;
per essere in futuro meno allocco
ti valga ora la fame e la punizione”.
Il lupo e i pastori
“Al lupo! Al lupo! Aiuto, per pietà!”
gridava solamente per trastullo
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