Dopo l’esperimento gettare l’acqua saponata per evitare che venga accidentalmente ingerita. Non toccarsi gli occhi e il naso dopo aver maneggiato il pepe.
Presentazione
. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe
. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo
Dimostrare che l’acqua e i metalli assorbono calore impedendo a oggetti infiammabili di bruciare.
Età
Dai 9 anni.
Materiali
Candela
accendino o fiammiferi
2 Palloncini
una moneta
filo di cotone
2 scatoline di carta
2 sacchetti di plastica
2 bicchieri di plastica
acqua (eventualmente colorata con coloranti alimentari o acquarelli)
mascherina.
Note di sicurezza
Eseguire l’esperimento all’aperto o in una stanza ben aerata. Insegnare ai bambini come utilizzare i fiammiferi in sicurezza. Indossare una mascherina.
Presentazione
. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe
. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo
Un materiale trasparente, come il vetro o l’acqua, può effettivamente riflettere la luce meglio di uno specchio, se si guarda dalla giusta angolazione.
Età
Dai 10 anni.
Materiali
Un contenitore di vetro trasparente
latte (o del latte in polvere)
un laser è la scelta migliore, se disponibile, altrimenti una torcia.
Note di sicurezza
Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.
Presentazione
. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe
. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo
. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra come il vetro o l’acqua possono effettivamente riflettere la luce meglio di qualsiasi specchio, guardando dalla giusta angolazione
. svolgiamo l’esperimento in una stanza buia
. riempiamo il contenitore trasparente con acqua
. teniamo il puntatore laser o la torcia a lato del contenitore, in modo che la luce risplenda nell’acqua
. aggiungiamo il latte una goccia alla volta, mescolando dopo ogni goccia, finché non si vede il raggio di luce che passa attraverso l’acqua
. dirigiamo il raggio di luce verso l’alto in modo che colpisca la superficie dell’acqua da sotto
. muoviamo la torcia in modo che il raggio di luce colpisca la superficie dell’acqua all’incirca ad angolo retto, poi cambiamo lentamente l’angolo in cui il raggio di luce colpisce la superficie dell’acqua
. continuiamo a sperimentare finché non troveremo l’angolo con cui il raggio trasmesso scompare completamente. A questo angolo, chiamato l’angolo critico, tutta la luce viene riflessa nell’acqua
. chiediamo ai bambini di registrare le loro osservazioni e conclusioni.
Osservazioni e conclusioni
In generale, quando un raggio di luce (il raggio incidente) colpisce l’interfaccia tra due materiali trasparenti, come l’aria e l’acqua, parte del raggio viene riflessa e parte di essa prosegue oltre. Il raggio di luce viene piegato, o rifratto, mentre passa da un materiale all’altro.
L’angolo critico (o angolo limite) è l’angolo oltre il quale si ottiene una riflessione interna totale.
A: normale riflessione acqua – aria
B: angolo limite o critico
C: riflessione interna totale.
La luce si sposta dall’acqua all’aria e si flette verso l’acqua. Ad un certo angolo, la flessione sarà così forte che il raggio rifratto sarà diretto proprio lungo la superficie; cioè, nessuno di questi uscirà nell’aria: questo è l’angolo critico o angolo limite.
Oltre l’angolo critico, tutta la luce viene riflessa nell’acqua, quindi il raggio riflesso è luminoso come il raggio incidente. Questo fenomeno è chiamato riflessione interna totale: viene riflesso quasi il 100 percento del raggio di luce.
L’angolo critico per l’acqua è misurato tra il raggio e una linea perpendicolare alla superficie ed è 49 gradi.
Perchè i tramonti sono rosso arancio? Un esperimento scientifico per bambini della scuola d’infanzia e primaria.
Scopo
Dimostrare che i tramonti ci appaiono rosso-arancio a causa delle lunghezze d’onda dei colori dello spettro solare e del movimento della terra intorno al sole.
Età
Dai 5 anni.
Materiali
Un contenitore trasparente
acqua
sostanza lattiginosa (sapone, latte, latte in polvere, yogurt, cera per pavimenti, ecc.)
una torcia elettrica che emetta luce bianca
una stanza buia.
Note di sicurezza
Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.
Presentazione
. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe
. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo
Perché i tramonti sono rosso arancio e il cielo azzurro?
Scopo
Dimostrare che la luce del sole si riflette urtando le molecole sospese nell’aria, il che rende il nostro cielo blu e i nostri tramonti rossi, facendo brillare una torcia attraverso bastoncini di colla a caldo.
Età
Dai 5 anni.
Materiali
Una piccola torcia
bastoncini di colla a caldo
fogli di carta bianca
nastro adesivo trasparente.
Note di sicurezza
Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.
Presentazione
. Questo esperimento può essere presentato a un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe
. mettiamo tutto il materiale necessario sul tavolo
. spieghiamo ai bambini che questo esperimento dimostra la dispersione della luce nell’atmosfera
Osservare che la pupilla cambia dimensione in base alla quantità di luce e che la luce che splende in un occhio influisce sulla dimensione della pupilla nell’altro occhio.
Materiali
Lente d’ingrandimento e specchietto (oppure specchio ingrandente)
piccola torcia elettrica.
Età
Dai 9 anni.
Note di sicurezza
Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.
Perchè il cielo è azzurro: un semplice esperimento scientifico per bambini della scuola d’infanzia e primaria.
Scopo dell’esperimento
Dimostrare che il cielo è azzurro perché il colore blu all’interno della luce solare è il più disperso dalle molecole d’aria e viene percepito meglio dai nostri occhi.
Materiali
– un contenitore trasparente (provare vari contenitori)
– acqua
– sostanza lattiginosa (sapone, latte, latte in polvere, yogurt, cera per pavimenti, ecc.)
– una torcia elettrica che emetta luce bianca
– una stanza buia.
Note di sicurezza
Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.
Età consigliata
A partire dei 5 anni.
Perchè il cielo è azzurro?
Presentazione
. Questo esperimento può essere presentato ad un piccolo gruppo di bambini o all’intera classe
Questa è una semplice dimostrazione che aiuta a chiarire che il suono ha bisogno di qualcosa da attraversare e che l’aria non è un materiale molto efficiente a tale scopo.
Età
Dai 5 anni.
Materiali
Un righello (di legno, plastica o metallo)
due cucchiaini di diverse dimensioni (prova con un cucchiaino e un cucchiaio da portata)
corda o filo di cotone.
Note di sicurezza
Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.
Esperimenti scientifici per bambini: palloncini a confronto.
Materiali
– bombola di elio
– 4 palloncini
– una bottiglia di plastica vuota senza tappo
– un sacchetto di plastica e un elastico (o un sacchetto con chiusura zip)
– una bottiglia di plastica vuota col tappo
– bicarbonato
– aceto
– spago
– forbici
– graffette metalliche
– una bacinella d’acqua (o la vasca da bagno)
– una bilancia.
Perchè alcuni palloncini possono restare sospesi in aria e altri no? Cos’è che li fa sollevare da terra?
Esperimento
– prendiamo il sacchetto di plastica, immergiamolo nell’acqua in modo che si riempia almeno per metà, quindi spremiamo fuori l’aria e chiudiamolo
– chiediamo a un bambino di sollevare il sacchetto fuori dall’acqua e chiediamo: “Come lo senti? Pesante?”
– chiediamo di immergere di nuovo il sacchetto tenendolo immerso ma senza che tocchi il fondo e chiediamo “Adesso come lo senti? Più pesante o più leggero?”
Esperimenti scientifici per bambini: perchè dopo un po’ i palloncini a elio si sgonfiano?
Probabilmente avrete notato che nel corso di un breve periodo di tempo, i palloncini gonfiati con elio cominciano a perdere la loro capacità di sollevarsi in aria e si sgonfiano.
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Primo esperimento
Con questo esperimento vogliamo misurare quanto i palloncini a elio cambiano nel corso del tempo.
Introduzione
Sappiamo che i palloncini contenenti elio volano perché l’elio è più leggero dell’aria circostante. In altre parole, il peso dell’aria spostata dal pallone è maggiore del peso del palloncino e il gas all’interno, quindi il palloncino sale verso l’alto.
Questa forza, detta forza di Archimede o forza idrostatica, è esattamente data dalla differenza di peso del pallone e del suo contenuto (più eventualmente il peso dello spago legato ad esso), rispetto al peso del volume dell’aria spostata.
Esperimenti scientifici per bambini: portiamo un palloncino a elio in automobile.
La prima legge della dinamica di Newton, detta anche principio d’inerzia o legge di Galileo afferma che “un corpo mantiene il proprio stato di quiete o di moto rettilineo uniforme, finché una forza non agisce su di esso”.
Pensiamo a quando viaggiamo in automobile: quando l’auto accelera ci sentiamo spinti all’indietro, mentre una frenata improvvisa ci farebbe volare in avanti, se non avessimo le cinture di sicurezza allacciate.
Questo esperimento dimostra il diverso comportamento che può avere un pendolo o un pallone gonfiato con aria, e un pallone gonfiato ad elio all’interno di un’automobile che accelera e rallenta.
Vedremo che il pendolo o il pallone gonfiato ad aria si comportano in modo del tutto prevedibile, cioè oscillano all’indietro quando si accelera e in avanti quando si rallenta. Il palloncino ad elio, invece, non risponde alla legge di Newton sul moto, ma risponde invece al principio di Archimede, essendo l’elio più leggero dell’aria.
Esperimenti scientifici per bambini – palloncini a elio e legge di Archimede.
Il principio di Archimede afferma che “ogni corpo immerso parzialmente o completamente in un fluido (liquido o gas) riceve una spinta verticale dal basso verso l’alto, uguale per intensità al peso del volume del fluido spostato”.
L’esclamazione “Eureka!” che usiamo per dire che abbiamo avuto una buona idea, è tradizionalmente attribuita ad Archimede. Si narra infatti che egli abbia proprio gridato “Eureka!” quando, entrando in una vasca da bagno e notando che il livello dell’acqua era salito, capì che il volume di acqua spostata doveva essere uguale al volume della parte del suo corpo immersa. Con questo “Eureka!” che in greco antico significa “Ho trovato!”, Archimede intendeva dire che aveva trovato la soluzione al problema che gli aveva posto il principe di Siracusa Gerone II.
Gerone aveva commissionato a un orefice una corona, e gli aveva consegnato l’oro necessario per realizzarla. Ricevuta la corona finita, però, gli venne il sospetto che l’orefice lo avesse imbrogliato: la corona pesava esattamente quanto l’oro fornito, è vero, ma Gerone pensava che l’artigiano avesse sostituito parte dell’oro con un uguale peso di un metallo meno prezioso. Chiese così ad Archimede se esistesse un metodo per valutare la purezza di un oggetto d’oro.
Basandosi sull’intuizione avuta nella vasca da bagno, Archimede cominciò a ragionare: due materiali diversi, ad esempio un chilo di ferro e un chilo di legno, hanno lo stesso peso ma occupano volumi diversi. Se hanno volumi diversi, questo significa che ricevono spinte diverse se immersi nell’acqua, e queste spinte dipenderanno esclusivamente dal volume del materiale e non dal suo peso. In particolare, siccome l’oro è molto più pesante dei metalli meno nobili, una corona d’oro puro avrà un volume minore di una che contiene anche altri metalli.
Cosa fece dunque Archimede? Appese la corona ad un braccio della bilancia, e all’altro un lingotto d’oro puro con peso pari a quello della corona, e la bilancia risultò ovviamente in equilibrio. La bilancia venne poi immersa in acqua. La corona, che in effetti era in parte composta da metallo più vile (di uguale peso ma maggior volume) aveva un volume maggiore del lingotto d’oro puro, per questo riceveva una spinta verso l’alto maggiore e la bilancia si spostò dalla parte dell’oro denunciando la frode.
La legge di Archimede non riguarda solo il caso di un corpo immerso in un liquido (oro e acqua), ma anche il caso di un corpo immerso in un gas.
Come sappiamo il metodo scientifico richiede:
– osservazione
– ipotesi
– sperimentazione e raccolta dei dati
– conclusione.
Useremo il metodo scientifico per una serie di casi che riguardano il principio di Archimede applicato ai gas.
Esperimenti scientifici per bambini – effetti della temperatura sui gas.
Con questo esperimento vogliamo dimostrare che la temperatura influisce sulla densità, e che questo può influenzare il comportamento dei gas.
Domande:
– Cos’è la densità?
– Cosa dice il principio di Archimede?
– Come la temperatura influenza la densità di un gas?
– Come la densità di un gas influenza il suo comportamento?
Materiali:
– bombola di elio
– due palloncini
– frigorifero o congelatore
Concetti base:
– l’elio è meno denso dell’aria. La densità di una sostanza è la sua massa per il suo volume e si misura in chili per metri quadri.
Quando diciamo che l’elio è meno denso dell’aria, intendiamo dire che un certo volume di elio pesa meno dello stesso volume di aria.
– la forza di Archimede (o forza idrostatica) che spinge un pallone gonfiato con elio verso l’alto può essere influenzata dalla temperatura, perchè la temperatura di un gas ne modifica la densità.
Procedimento:
– gonfiamo i due palloncini con l’elio, cercando di farli il più possibile della stessa grandezza e fermiamoli con un nodo
Comandi sui verbi: lezioni accompagnate da esperimenti per bambini della scuola primaria, col materiale pronto per il download e la stampa in formato pdf.
Abbiamo visto che per aiutare i bambini a comprendere la funzione del verbo facciamo loro eseguire delle azioni, sia con le frasi della scatola grammaticale III, sia con le buste dei comandi.
Possiamo anche fare in modo che eseguendo determinate azioni, i bambini apprendano concetti scientifici: invece di eseguire semplici movimenti, l’insegnante eseguirà davanti ai bambini degli esperimenti, che poi i bambini potranno ripetere in autonomia nei giorni successivi, seguendo le indicazioni scritte in comandi specifici
Questi sono i comandi originali, proposti da Maria Montessori:
Tema: Mescolare, emulsionare, stemperare.
Comandi:
– Mescola in un bicchiere acqua e aceto.
– Metti in un bicchiere un po’ di olio e battilo fortemente finché sia emulsionato.
– Stempera in due provette dell’anilina rossa e dell’anilina gialla; poi mescola in parti uguali le due acque colorate e osserva se si forma un altro colore.
Tema: Sciogliere, fare la sospensione, saturare.
Comandi:
– Metti un pochino di zucchero nell’acqua e muovila con un cucchiaino finché si è sciolto tutto. L’acqua deve restare limpida e lo zucchero deve sparire.
– Metti molto zucchero in poca acqua e muovila col cucchiaino; se lo zucchero sparisce solo in parte, ma ne resta ancora sul fondo, vuol dire che l’acqua è satura.
– Getta in un bicchiere d’acqua dell’amido e muovi forte col cucchiaino: l’acqua resta bianca perchè l’amido non si scioglie, ma resta sospeso.
Introduzione alla biologia per la terza classe – lezioni pronte, esperimenti e materiale vario sulle meraviglie della vita.
Tra le discipline che più possono interessare i bambini, una è senza dubbio la biologia. Il mistero della vita, con le sue multiformi e indefinite trasformazioni, esercita un grande fascino sui bambini, e ne orienta la simpatia verso tutti gli oggetti che si muovono non per una forza che opera su di loro dall’esterno, ma per effetto di stimoli interiori che ne impediscono perennemente quello stato di quiete cui tendono normalmente tutti gli esseri non viventi.
Certo: noi non potremo svelargli questo grande mistero, non gli potremo dire che cosa è la vita, ma potremo guidarlo a studiarne le manifestazioni, abituandolo a riconoscere le leggi che stanno dietro ai fenomeni che lo riguardano da vicino, e che egli considererebbe altrimenti come semplice opera del caso.
Noi parliamo spesso ai bambini di regni incantati: il più bel regno incantato apparirà ai suoi occhi nel mondo circostante, se noi sapremo insegnargli la formula davanti alla quale cade la barriera che lo separa da esso, se gli daremo la chiave magica che apre le porte del castello fatato.
Introduzione alla biologia per la terza classe – Le differenze che passano tra gli esseri viventi e quelli non viventi
La definizione di vivente data dal fisiologo inglese Huxley è la seguente: “I caratteri fondamentali del corpo vivente in confronto a tutti gli altri corpi dell’universo si riassumono in uno stato di non-equilibrio che contrasta assolutamente con lo stato di quiete in cui si trovano, o a cui aspirano, dopo brevi turbamenti prodotti da cause esteriori, tutti quanti i corpi inorganici“.
Parlando coi bambini le cose, come al solito, si devono prendere alla lontana, ed al carattere sintetico delle definizioni si deve sostituire un esame analitico del comportamento diverso delle due categorie di corpi.
Se domandiamo ai bambini che cosa si intende per essere vivente, ci risponderanno quasi di sicuro che è vivo quello che si muove. Ma se ci facciamo spiegare che cosa intendano per movimento, ci renderemo conto che il loro concetto di movimento si identifica con quello di locomozione, e quindi considerano vivo ciò che può trasportarsi spontaneamente da un punto all’altro della superficie terrestre. Solo apparentemente avrà dunque colto nel segno.
Se infatti gli chiedessimo, adesso, se le piante sono vive, i nostri piccoli studenti esiterebbero. Dovremmo meravigliarcene? Esitarono anche gli antichi a crederle tali, e si sa che il bambino ripercorre press’a poco, per quanto rapidamente, il cammino percorso dalla sua specie in una lunga serie di secoli, e cade negli stessi errori in cui sono cadute le generazioni che l’hanno preceduto. Forse risponderà che la pianta è viva, per averlo già sentito dire, ma in tal caso si accorgerà subito che il carattere da lui indicato non può più essere distintivo tra il mondo inorganico e l’organico.
E’ probabile che il bambino abbia già visto una pianta secca in piena estate, ed abbia compreso che quella piante era morta. Non avrà certo meditato sul mistero della vita e della morte, ma saprà comunque che può morire solo ciò che è vivo, ed arguirà da questo che la pianta è un vivente.
Ma cos’hanno di diverso una diverso una pianta o un animale, da un blocco di granito, da una lastra di marmo, da un pezzo di ferro o di carbone?
Se qualcuno gli desse da accudire un canarino, una pianta di azalea, e una statuetta di porcellana, come si comporterebbe per restituire intatto quello che gli viene affidato? Il bambino sa che per accudire la statuetta non dovrebbe in realtà fare nulla: si cura da sè.
Introduzione alla biologia per la terza classe – gli esseri viventi si nutrono
Ma non è così per il canarino e per l’azalea. Allora il bambino capirà: l’animale mangia e la pianta beve, mentre la statuetta non mangia e non beve.
Le proprietà fisiche dei corpi unità didattica completa per bambini della scuola primaria, con idee per le lezioni ed esperimenti scientifici per dimostrare i concetti.
Se domandiamo ai bambini cosa si intende per corpo, ci sentiremo rispondere: “Cose come la cattedra, la lavagna, il banco, sono corpi”. I bambini classificano per tipi e non per definizioni, ma se ci pensiamo anche lo scienziato si serve di questo tipo di classificazione quando non ha ancora colto i caratteri essenziali specifici di una determinata serie di oggetti.
Se poi chiediamo ai bambini se il pensiero, la bontà, la giustizia, la verità, sono corpi, ci risponderenno di no, perchè non si vedono: i bambini pensano che un corpo deve essere percepito dalla vista; questo spiega perchè trovino difficile considerare l’aria un corpo.
Tuttavia è semplice spiegare loro che il carattere di “visibile” non è sufficiente a designare il “corpo”, e basterà far osservare loro che, per esempio, la luce che emana da una lampadina elettrica, o da una qualsiasi altra fonte luminosa, anche se si vede, evidentemente non è un corpo.
Tornando a chiedere ai bambini cosa si intende con “corpo”, i bambini diranno che un corpo si deve poter toccare, deve essere in qualche modo percepito col tatto. “Ma allora è un corpo il calore che emana dalla stufa, dal sole, da qualsiasi altra fonte di calore?”. A questo ulteriore stimolo, i nostri piccoli scienziati cercheranno espressioni più precise, ad esempio diranno che un un corpo si deve poter prendere in mano, perchè se stringo la mano in una stanza luminosa non afferro nulla, puure non posso portare un pezzo di calore da un luogo all’altro come posso fare con un pezzo di legno o di ferro.
In questo modo ci stiamo avvicinando alla realtà un passo alla volta, ma non l’abbiamo ancora raggiunta. A questo punto ancora il bambino non potrà credere che l’aria sia un corpo, perchè non si può (o meglio non di si accorge di potere) stringere nella mano.
CARTA MARMORIZZATA tutorial per realizzarla facilmente coi bambini. E’ una classica attività manuale, semplice e di grande effetto. La carta ottenuta si presta a vari utilizzi, soprattutto perchè oltre al grande impatto decorativo, questa carta assume la robustezza della carta oleata. Particolarmente interessante è, coi bambini anche piccoli, giocare a interpretare le macchie.
Coi bambini più grandi possiamo parlare di peso specifico per spiegare come si crea l’effetto marmorizzato sulla carta: l’olio è più leggero dell’acqua; inoltre mentre il colore è solubile con l’essenza di trementina e con l’olio di semi, è insolubile in acqua.
Dopo aver realizzato i primi fogli, si apre la sperimentazione: è molto interessante verificare come i differenti colori si accostano tra loro, e come, in una certa misura, è possibile dominare la casualità con la quale le macchie si imprimono sulla carta, sia creando una certa tavolozza galleggiante prima di appoggiare il foglio, sia muovendo le macchie creando vortici, zig zag, ecc…
fogli di carta, di vario tipo (possiamo usare carta da stampante, da acquarello, carta da disegno, ecc… a seconda della qualità della carta, l’effetto finale può variare.
CARTA MARMORIZZATA tutorial – COME SI FA
Per prima cosa prepariamo i colori, diluendoli con l’essenza di trementina. Potete sperimentare vari tipi di diluizione a seconda dell’effetto che preferite. Potete anche provare ad aggiungere ai colori, oltre all’essenza di trementina, anche dell’olio di semi.
Allestiamo quindi il tavolino in modo tale che il bambino sia autonomo nel prendere i colori che preferisce e, quando lo desidera, i fogli di carta. Per i bambini più piccoli è meglio non usare fogli troppo grandi (ad esempio io ho diviso a metà dei fogli A4 sia da stampante, sia da pittura):
Utilizzando i bastoncini cotonati, il bambino comincia a schizzare le macchie di colore sull’acqua:
Il vulcano è davvero un classico tra le attività scientifiche proposte ai bambini della scuola d’infanzia e primaria. Nelle vacanze estive è anche un ottimo gioco da fare all’aperto, o in cucina…
… per realizzare il vulcano basta nascondere una bottiglia di plastica all’interno di una montagna che può essere fatta con sabbia, terra, pasta da modellare, carta pesta… noi l’abbiamo preparato così:
materiale occorrente:
– un contenitore poco profondo di legno, plastica, o cartone
– una o due bottiglie di plastica
– cartoni da pizza da asporto
– vecchi quotidiani
– carta da cucina
– colori a tempera
– carta verde (velina, oleata, cartoncino)
– una colla artigianale preparata con farina bianca, acqua e aceto balsamico
– stecchini da spiedino
– sabbia, terra, sassolini (o farina gialla)
– nastro adesivo
Procedimento
Preparata la colla artigianale, noi abbiamo incollato le due bottiglie tra loro con la colla a caldo, per poter eventualmente caricare il vulcano dal basso, e anche per lo svuotamento, ma non è indispensabile. Potete tranquillamente usare una bottiglia sola.
poi abbiamo iniziato a modellare la montagna attorno alla bottiglia coi cartoni da pizza, fissandoli col nastro adesivo:
Lavoretti per bambini – Stampe al latte: un progetto molto interessante, tra scienza ed arte, adatto a bambini del nido e della scuola d’infanzia e primaria. Il punto di partenza è uno dei miei esperimenti scientifici per bambini preferito :
Lavoretti per bambini – Stampe al latte – materiale occorrente
un piatto o un vassoio
latte (sarebbe meglio usare latte intero, ma io lo avevo solo parzialmente scremato, e mi pare abbia funzionato comunque)
coloranti alimentari (io li avevo in polvere)
un foglio di carta bianca a misura dei piatto o del vassoio scelto
detersivo per i piatti.
Lavoretti per bambini – Stampe al latte – Come si fa
versate del latte nel vassoio, poi immergete il foglio di carta, lisciandolo bene e facendolo aderire al fondo del recipiente per evitare ondulazioni e bolle:
Usate il colorante alimentare per creare nel latte delle macchie di colore:
Esperimenti scientifici per bambini – Cromatografia con i pennarelli. Di cromatografia avevo già parlato in un esperimento che dimostra perchè le foglie in autunno cambiano colore. Ora propongo esperimenti scientifici per bambini anche più piccoli, più semplici e artistici, utilizzando come base il colore dei pennarelli (o anche i coloranti alimentari, se volete).
Partiamo dai più semplici… anche coi bambini più piccoli ricordiamo la motivazione del nostro lavoro: nel rosso che usiamo per colorare c’è proprio solo il rosso? E il nero è solo nero, o contiene anche lui altri colori?
In questi video è mostrato l’esperimento con pennarello nero e acqua; possiamo usare qualsiasi carta un po’ assorbente e porosa, e non troppo delicata, anche la carta da cucina può andare bene; i pennarelli possono essere quelli lavabili o quelli a inchiostro permanente, magari insieme: è anche interessante vedere cosa succede di diverso usando un materiale piuttosto che un altro. Si possono usare anche coloranti liquidi alimentari.
In tutti i casi gli effetti migliori sono quelli ottenuti col nero e coi colori secondari e terziari.
In questo una bellissima variante con gessetti bianchi, pennarelli e acqua (scegliete gessi bianchi porosi, i gessi lisci non funzionano bene):
Mentre si sperimenta la cromatografia, si possono realizzare pezzi d’arte, ad esempio fiori di carta:
Il video realizzato con l’acqua è accelerato; se volete davvero vedere i colori separarsi sotto i vostri occhi, invece dell’acqua dovete usare un solvente alcoolico, come spiegato poi. Utilizzando un alcool le bande di colore si formano dopo pochi minuti, e l’esperimento diventa per i bambini molto più stimolante.
Che usiate acqua o solventi, al termine dell’esperimento fate asciugare bene i gessi: avrete dei bellissimi gessetti colorati! A meno che non utilizziate grandi quantità di inchiostro o colorante, naturalmente il gesso si colorerà solo in superficie, e più che gessi colorati, saranno meravigliosi gessi bianchi decorati…
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Ed ora qualche informazione in più sulla cromatografia per l’adulto che presenta l’attività, e per i bambini più grandi:
La cromatografia è un procedimento scientifico impiegato per separare i componenti di una miscela: comporta la separazione di sostanze chimiche. Esistono molti tipi di cromatografia, ed alcuni richiedono costose apparecchiature di laboratorio, ma alcune varianti possono invece essere realizzate a casa, facilmente e con pochissima spesa.
Possiamo separare ad esempio pigmenti vegetali , oppure sostanze come l’inchiostro dei pennarelli o i coloranti alimentari.
La separazione, in tutti i progetti esposti sopra, si ottiene ponendo la sostanza che intendiamo separare su di un supporto fisso (la carta o il gesso) e facendola interagire con una sostanza in movimento (l’acqua o l’alcool che lentamente “camminano” nel supporto fisso).
Per realizzare l’esperimento servono pochi materiali:
(i video mostrano molto bene sia i materiali, sia il procedimento)
La lampada a “luce nera” per giocare con la fluorescenza. Le lampade a luce nera di cui parliamo sono in realtà lampadine BLB (Black Light Blue); somigliano alle normali lampadine fluorescenti (quelle a risparmio energetico), ma una volta accese emettono una debole luce blu-viola e rendono fluorescenti abiti bianchi, denti e vari altri elementi.
Queste lampadine a luce nera vengono utilizzate nelle feste (soprattutto Halloween, naturalmente), in locali, concerti, discoteche, parchi di divertimento per creare effetti di luce decorativi e artistici, ma anche per illuminare in modo particolare oggetti presenti nei musei, e nelle vetrine dei negozi.
Nel web imperversano meravigliose immagini di attività artistiche e scientifiche realizzate sotto luce BLB, come potete vedere scorrendo l’articolo…
http://playathomemom3.blogspot.it
Funzionano esattamente come le normali lampade a risparmio energetico: generano luce elettrica all’interno di un tubo riempito con gas inerte e una piccola quantità di mercurio; quando eccitati, gli atomi di mercurio emettono energia sotto forma di fotoni di luce.I fotoni emessi sono in parte di luce visibile, ma in parte appartengono alla gamma ultravioletta (UV).
Come sappiamo la luce UV è completamente invisibile per l’occhio umano, per questo nelle lampade a risparmio energetico viene convertita in luce visibile grazie ad un rivestimento di fosforo intorno alla parte esterna del tubo.
In una normale lampada fluorescente a risparmio energetico, la luce emessa appartiene per la maggior parte alla gamma della luce visibile: il rivestimento di fosforo le fa emettere una luce bianca che possiamo vedere, e una piccolissima parte di luce UV a onda lunga.
http://reggioinspired.ning.com
Le lampadine a luce nera per giocare con la fluorescenza sono a bassa potenza e si basano su questo stesso principio, ma invece del rivestimento di fosforo hanno un rivestimento scuro che blocca la maggior parte della luce visibile, e lascia passare poca luce visibile blu-viola e più luce UV ad onda lunga.
La luce UV a onda lunga emessa dalla lampadina a “luce nera” reagisce con vari fosfori presenti nell’ambiente esterno, esattamente come la luce UV all’interno di una lampada fluorescente a risparmio energetico reagisce con il rivestimento di fosforo.
http://www.growingajeweledrose.com
Esistono tantissimi elementi naturali che contengono fosfori: i denti e le unghie, ma anche l’urina (è un trucco usato per individuare dove il gatto di casa ha fatto pipì, ad esempio).Alimenti che contengono fosfori sono la banana e l’acqua tonica (per la presenza di chinino).
Altri elementi che contengono fosforo sono: gli stick per la colla a caldo bianchi, alcuni detersivi e sbiancanti, le pagine dei libri e la carta in genere (sempre perchè in genere sbiancata), alcuni tessuti e oggetti in plastica.
Molti capi di abbigliamento bianchi sotto la “luce nera” diventano fluorescenti: la maggior parte dei detersivi per bucato, infatti, contengono fosfori che servono a rendere i bianchi più luminosi alla luce del sole (la luce del sole contiene raggi UV), e insomma quello che recitava la pubblicità “più bianco del bianco” è vero :-)Tutti gli oggetti e i prodotti fluorescenti in commercio, primi fra tutti i pennerelli evidenziatori, contengono fosforo.
http://graham-and-parker.blogspot.it
Un po’ di storia e altre lampade a “luce nera”
La “lampada di Wood” (dal nome dello scienziato statunitense Robert Williams Wood) o “a luce nera” è una sorgente luminosa che emette radiazioni elettromagnetiche prevalentemente appartenenti alla gamma degli ultravioletti e, in misura trascurabile, al campo della luce visibile. La “lampada di Wood” è anche detta semplicemente “lampada UV”.
La lampada UV o lampada di Wood è largamente usata per le più svariate applicazioni. Esistono lampade UV di diversa potenza e per diversi impieghi; nei laboratori, in campo medico e non solo, sono impiegate anche lampade di Wood a onda corta (che emettono raggi che coinvogono la gamma UVB e UVC), molto pericolose, e che richiedono complesse procedure di sicurezza: gli ultravioletti di tipo B e C sono in grado di modificare il DNA umano.
Lampade UVA di comune impiego sono quelle utilizzate per la ricostruzione delle unghie, per la sterilizzazione in campo medico, o le lampade abbronzanti.
Altre lampade di Wood che sfruttano la capacità di indurre effetti di fluorescenza, oltre alle lampadine BLB, sono quelle impiegate:
– nella lotta alla falsificazione di banconote e francobolli;
– in medicina legale per l’individuazione di macchie di liquidi organici non visibili a occhio nudo;
– in medicina, per evidenziare alcune infezioni da funghi e diverse altre malattie a carico della pelle;
– in paleografia, per identificare simboli o lettere su pergamene o papiri altrimenti illeggibili a occhio nudo;
– in merceologia alimentare, per rilevare la infestazione da funghi di prodotti alimentari;
– nel restauro, per individuare la presenza di vari colori, tra i quali il verderame che, attraverso la lampada, appare diverso dalle ridipinture;
– inoltre: per il rilevamento di alcuni batteri, per effettuare test di riparazione (ispezionare il vetro, trovare perdite da tubazioni), ecc…
stevespanglerscience.com
Sicurezza
Tornando alla nostra lampadina, le fonti consultate sostengono che le lunghezze d’onda UVA emesse sia dalla BLB, sia dalle normali lampade fluorescenti a risparmio energetico sono sostanzialmente innocue, ma come per tutte le sorgenti di luce (sia naturale, sia artificiale) il pericolo non è del tutto zero, e soprattutto coi bambini poche semplici conoscenze portano a mettere in atto le giuste precauzioni.
http://www.growingajeweledrose.com
In rete (come potete vedere) si trovano tantissime proposte di meravigliose attività per i bambini con l’impiego di queste lampade, ma trovare le informazioni relative all’uso in sicurezza non è stato affatto facile: l’innocuità viene praticamente data per scontata.
Per contro si possono trovare anche fonti che richiamano l’attenzione su alcuni possibili rischi legati all’impiego scorretto di queste luci.
http://www.ourbestbites.com
Intanto sul foglietto allegato alla mia lampadina leggo: “Questa lampada è stata progettata per uso domestico. Quando accesa, la lampada emette attorno a sè radiazioni ultraviolette. Durante la sua attività il corpo della lampada diventa molto caldo. L’unità di illuminazione deve essere dotata di protezione antischeggia. “
trainupachildlearnaswego.blogspot.it
Queste sono le informazioni di sicurezza relative alle lampade usate per “divertimenti fluorescenti” trovate:
– intanto i danni derivanti dall’esposizione scorretta ai raggi UV (sole o luci artificiali tutte) vanno dall’ustione della pelle a danni a lungo termine agli occhi, e questo vale soprattutto per i bambini che, secondo le associazioni dei medici oculisti, in estate dovrebbero sempre indossare occhiali da sole, e possibilmente con lenti molto larghe, per giocare all’aperto. Anche l’esposizione dei bambini alla luce artificiale nelle nostre case dovrebbe seguire alcuni accorgimenti:
– nel caso delle lampadine normali a risparmio energetico, ad esempio, le lampade da scrivania dovrebbero essere sempre del tipo “incapsulato” (quelle a forma di lampadina tradizionale e non quelle col tubo visibile) perchè emettono quantità di luce UV decisamente minore. Quelle del tipo “a tubo visibile” dovrebbero essere utilizzate solo da lontano (lampadario): utilizzarle sulla scrivania o per fare qualsiasi tipo di lavoro da “vicino” comporta un’esposizione pari al trovarsi all’aperto durante una giornata di sole estiva, mentre posizionate lontano non comportano nessun pericolo. Quindi anche per illuminare le lightbox sarebbe bene utilizzare lampade del primo tipo. Sarebbe poi sempre bene limitare l’esposizione a monitor di computer e schermi tv.
http://elementaryartfun.blogspot.it
– nel caso di utilizzo di lampade BLB:
1. evitarne un uso continuo e posizionare la lampada sempre ad una distanza di almeno 40 cm dalle persone;
Insegnare l’igiene orale – Esperimento con le uova sode
Salute dei denti e alimentazione
Insegnare l’igiene orale – Esperimento con le uova sode: la crescita di denti sani dipende molto dalla dieta. I denti da latte del vostro bambino si sono formati durante le gravidanza, influenzati dalla vostra dieta. Dopo la nascita, molto si può fare per garantire ai denti permanenti di svilupparsi e crescere sani e forti.
Assicuratevi che il vostro bambino riceva con la dieta un sufficiente apporto di calcio e vitamina D. Dopo lo svezzamento il bambino assume il latte in quantità decisamente minore, quindi è importante inserire nella sua alimentazione yogurt e formaggio.
L’alimentazione poi, influenza la salute dei denti anche in modo più diretto, per questo fate il possibile per evitare di sviluppare nel bambino comportamenti che ledono i denti creando nel cavo orale un ambiente favorevole allo sviluppo dei batteri ed all’insorgere di placca, tartaro e carie.
Non abituate i bambini a consumare succhi di frutta zuccherati, snack e bibite tra un pasto e l’altro. In ogni caso preferite sempre offrirgliele in bicchiere e non nel pacchetto con la cannuccia, perchè questo piccolo accorgimento può ridurre di molto il tempo di esposizione allo zucchero.
L’ideale sarebbe che il bambino non sapesse nemmeno cosa sono caramelle e cioccolata prima dei due anni, ma i condizionamenti posso essere molti. Non c’è dubbio che i dolci facciano male ai denti del vostro bambino, ma un atteggiamento ansioso e rigido non è comunque salutare per lui: dosati con cura, dolci e caramelle possono non essere un problema.
Alte concentrazioni di zucchero raffinato distruggono l’equilibrio acido nella bocca del bambino e compromettono la salute dello smalto dei denti. Ogni volta che si mangia dello zucchero, i denti sono in pericolo, e più a lungo lo zucchero rimane in bocca, tanto più è probabile che si formino carie, ma questo vale per lo zucchero raffinato in generale, e non in particolare per le caramelle: il sorseggiare continuo o il succhiare dalle cannucce dei succhi di frutta o di altre bevande, può essere più dannoso delle caramelle o della fetta di torta più dolce che ci sia.
Per questo è più ragionevole controllare tutti gli alimenti dolci, anziché vietare le caramelle, e preferire sempre dolci che si consumano in fretta, perchè l’acido prodotto dalla loro presenza potrà scomparire senza avere il tempo di aderire alla smalto dei denti . Ad esempio una fetta di torta o un pezzetto di cioccolata sono meno pericolosi per i denti di un lecca lecca che il bambino può succhiare per ore.
Anche la consistenza dei dolci fa la differenza: quelli che possono incollarsi ai denti masticando, magari restando là fino al prossimo spazzolamento, sono i peggiori: questo vale per i biscotti secchi e anche per alcuni prodotti naturali che a volte offriamo perchè più salutari rispetto alle caramelle: ad esempio l’uvetta.
Tutti i bambini attraversano fasi in cui sono particolarmente golosi di dolci: scegliamo quelli che si dissolvono più rapidamente in bocca, come cioccolato e caramelle morbide, e diamo da bere dell’acqua.
Insegniamo ai bambini a riconoscere gli alimenti che fanno
bene ai denti, e quelli che possono danneggiarli. Si può cominciare anche quando sono piccoli, anche senza dare particolari informazioni tecniche, ma permettendo loro di fare esperienze dirette.
L’esempio classico è l’esperimento con le uova sode. E’ vero che l’affinità tra guscio dell’uovo e smalto dei denti è assolutamente discutibile, ma come vedrete l’impatto visivo è formidabile e i bambini fanno spontaneamente l’associazione tra uovo e dente. In questo caso l’immaginazione è davvero più potente della fredda analisi nel trasmettere l’informazione corretta…
Insegnare l’igiene orale – Esperimento con le uova sode – Per l’esperimento servono:
– due barattoli trasparenti
– due uova sode (se le trovate bianche è meglio, ma non è indispensabile)
– un assortimento di cibi sani (frutta, formaggi, verdura, pane,…), acqua e latte
– un assortimento di cibi dannosi (miele, zucchero, cioccolata, marmellata, panna montata, caramelle, gelato,…),e cola
– spazzolino da denti e dentifricio
– una bacinella d’acqua
– vassoio e piattini
– può essere utile anche un timer o una clessidra, se vogliamo rinforzare nel bambino la percezione di quanto siano lunghi i tre minuti che gli chiediamo di impiegare per spazzolarsi i denti.
Insegnare l’igiene orale – Esperimento con le uova sode – Cosa fare:
Prima di intraprendere l’esperimento sarebbe importante avviare coi bambini una discussione sul tema dei denti, e ad esempio portarli ad immaginare cosa potremmo mangiare se non avessero i denti. Possiamo invitare i bambini a toccarsi i denti e poi a dirci come sono, quindi a toccare le uova sode che abbiamo preparato. Emergerà che i denti sono duri e bianchi proprio come le uova.
Ora prepariamo in un vassoio tutti i cibi dannosi per i denti, mettiamo nel primo barattolo un uovo sodo,
aggiungiamo gli alimenti
e versiamo la cola (per rendere l’esperimento ancora più impressionante si può aggiungere succo d’arancia e aceto: in questo modo, oltre a sporcarsi tantissimo, l’uovo assumerà un odore disgustoso e diventerà molliccio).
In un altro vassoio prepariamo tutti di cibi sani,
mettiamo l’altro uovo sodo nel secondo barattolo, aggiungiamo gli alimenti e versiamo latte ed acqua.
Ora andiamo a dormire senza lavarci i denti…
Nel versare i vari alimenti nei barattoli, possiamo chiedere ai bambini cosa sono e se secondo loro sono buoni. Sicuramente in molti diranno che la cola è buona, ad esempio. Ma proviamo a chiedere se fa bene ai denti, e molti bambini non sapranno cosa rispondere. Per fortuna abbiamo il nostro dente – uovo ad aiutarci!
Possiamo anche dire che, ad esempio, nella cola c’è molto zucchero, e che lo zucchero nella nostra bocca diventa acido come l’aceto, e che questo piace molto ai batteri che bucano i dentini con le carie.
E se non ci lavassimo i denti, cosa succederebbe?
Il giorno successivo, tiriamo fuori dai barattoli i nostri denti – uova: il confronto è incredibilmente forte!
Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo
Anche se l’accrescimento può essere soggetto a diversi fattori ambientali, l’orientamento della pianta è guidato da tre fattori principali che sono il fototropismo, il gravitropismo e il tigmotropismo:
– il fototropismo, o crescita verso la luce, assicura che le foglie ricevano una quantità ottimale di luce per la fotosintesi;
– il gravitropismo, o crescita in risposta alla gravità, permette alle radici di crescere nel suolo verso il basso e ai fusti di crescere verso l’alto, lontano dal suolo;
– il tigmotropismo, o crescita a seguito di contatto, permette alle radici di crescere attorno agli ostacoli ed permette alle piante rampicanti di avvolgersi attorno alle strutture di supporto.
Il fototropismo è mediato dall’auxina (un ormone vegetale della crescita). L’auxina si forma nell’apice e poi scende distribuendosi uniformemente in tutte le cellule della pianta, ma se l’illuminazione non proviene dall’alto, l’auxina anziché distribuirsi uniformemente si sposta verso il lato non illuminato. L’accumulo di questo ormone determinerà crescita maggiore nel lato in ombra, con conseguente piegamento verso la luce.
Il fototropismo è stato descritto per la prima volta da Darwin, ed è stato osservato anche nel plancton acquatico.
Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo
Materiale necessario per costruire il labirinto:
– una scatola di cartone con coperchio, possibilmente di colore scuro
– ritagli di cartone, possibilmente di colore scuro
Piantine:
l’esperimento riesce particolarmente bene utilizzando patate, patate dolci o cipolle germogliate che possono essere messe in un vaso di terriccio ben bagnato, oppure sospese in un vaso d’acqua con degli stecchini di legno:
Se usiamo il vaso con terriccio, sia per la semina, sia per patate e cipolle germogliate, occorrerà di tanto in tanto innaffiare, e anche se usiamo il vaso d’acqua dovremo controllare se serve aggiungerne.
Con le patate e le cipolle si può anche provare a metterle nella scatola così, senza acqua né terriccio: contengono in effetti acqua e nutrienti che per un po’ possono assicurare la crescita del germoglio anche in assenza di terra ed acqua. Se scegliete questa soluzione, il processo di sviluppo della pianta potrebbe essere un po’ più lento, ma vi sarà possibile sigillare meglio il coperchio alla scatola.
Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo
Obiettivi dell’esperimento:
dimostrare l’effetto della luce sulla crescita delle piante.
Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo
Tempi:
occorreranno circa due settimane dall’esperimento, per poter osservare i risultati. Di più se rinunciate a terriccio ed acqua.
Per preparare i bambini possiamo, nei giorni precedenti, invitarli ad osservare le piante sul davanzale della finestra. Cosa possiamo dire della loro crescita? Che le piante non crescono verso la stanza, ma verso l’esterno della casa. Perchè? Perchè le piante si rivolgono alla luce del sole. Possiamo anche uscire all’aperto ed osservare e confrontare la crescita delle piante che incontriamo.
Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo
Preparazione della scatola
La scatola può essere preparata in diversi modi, l’importante è che presenti un solo foro in alto per l’ingresso della luce e che i cartoni divisori siano alternati in modo tale da non impedire alla luce di seguire un certo percorso verso la pianta, ed alla pianta di crescere verso il foro, una volta che la scatola sarà chiusa.
I cartoni divisori devono avere esattamente la stessa altezza di quella della scatola, in modo tale da toccare il coperchio, quando la scatola verrà chiusa. Potete farne quanti ne volete. Possono essere di lunghezza diversa, oppure posso essere tutti lunghi come la lunghezza della scatola, e si possono praticare fori (finistrelle di circa 3×3 cm) a distanze diverse per il passaggio della luce.
Botanica: il giardino delle meraviglie, un semplice esperimento sulla disseminazione. Prepariamo due cassette, da posizionare all’aperto sul terrazzo o sul davanzale di una finestra: in una di queste piantiamo qualche seme: grano, lenticchie, piselli, qualche bulbo. Li vedremo presto germogliare, crescere e infine fiorire. Nell’altra cassetta non pianteremo niente, e la chiameremo “Il giardino delle meraviglie”…
Coi bambini diamo le stesse cure ad entrambe le cassette, provvedendo ad innaffiare la terra, e osservando via via quello che avviene.
Cosa succederà nel Giardino delle meraviglie? Un bel giorno anche qui, pur non avendo seminato nulla, spunteranno delle piantine. Chi le ha seminate allora? Il vento, oppure un uccellino di passaggio che ha lasciato cadere un semino. Potremo così parlare ai bambini della disseminazione.
La pianta ha un solo unico fine: quello di produrre il seme; ecco perchè fiorisce e fruttifica. Quando poi i suoi semi sono maturi, la natura provvede affinchè essi siano portati il più possibile lontano dalla pianta madre.
Esperimenti scientifici per bambini – OOBLECK. Un esempio di fluido non-newtoniano davvero economico e semplicissimo da ottenere è l’oobleck, una sospensione di amido di mais e acqua.
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Esperimenti scientifici per bambini
Oobleck
Scopo
Esplorare le proprietà di un fluido non newtoniano.
Età
Dai 4 anni.
Materiali
2 parti di amido di mais
1 parte di acqua
Colorante alimentare (se vuoi)
Una teglia di alluminio e un contenitore di plastica
Una traccia audio da 40 50 o 63 Hz (cerca su YouTube)
Il miglior altoparlante che riesci a trovare.
Note di sicurezza
Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.
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