Teatrino di Natale IL PASTORELLO con testo ed un esempio di realizzazione con personaggi e scenografia in lana cardata. E’ un racconto molto semplice e particolarmente adatto ai più piccoli.
Questo modo di presentare i racconti è molto utilizzato nelle scuole steineriane: mentre si racconta si muovono i personaggi davanti ai bambini, facendoli via via apparire dalla scenografia stessa. Alcuni punti del racconto possono essere sottolineati dal suono di campanelli, metallofoni, legnetti, bastoni della pioggia, ecc…
Realizzare personaggi ed animaletti in lana cardata è molto più semplice di quello che può sembrare, e per incantare i bambini non è affatto necessaria la perfezione… Se volete, potere trovare vari tutorial che ho preparato negli anni scorsi, cercando qui:
C’era una volta un pastorello che possedeva un’unica pecora. E poichè era bianca come la neve, la chiamò Biancaneve.
Ogni giorno il pastorello andava con Biancaneve al pascolo, dove si potevano trovare erbe succose ed aromatiche.
Per poterla udire anche da lontano, le appese al collo un campanello d’oro.
Un giorno se ne andarono al pascolo già al levare del sole, e siccome aveva cominciato a fare caldo, erano entrambi assetati. Udirono venire, dal bosco vicino, un lieve sussurrare. Era proprio acqua? Appena si avvicinarono, videro una sorgente zampillare dalla roccia. Il pastorello si chinò, attinse l’acqua chiara con tutte e due le mani, e bevve, bevve a volontà.
Si tratta di un arbusto originario del Nord America usato, oltre che a scopo ornamentale, anche per la produzione di candele e come pianta medicinale. Le bacche dell’albero della cera (candleberry o bayberry) sono la materia prima delle candele natalizie tradizionali. La cera viene estratta dalle bacche mediante bollitura: la cera in esse contenuta galleggia e viene così estratta dal residuo liquido che di deposita più in basso. La cera ottenuta viene usata per produrre candele con la tecnica dell’immersione o con l’uso di stampi.
Le candele erano una fonte luminosa importantissima nella vita quotidiana del diciottesimo secolo. Le più pregiate nel periodo coloniale in America erano proprio le candele ricavate dalle bacche dell’albero della cera, perchè diffondevano una bella luce chiara e un gradevole profumo simile a quello dell’incenso. Tradizionalmente venivano regalate la vigilia di Natale e la notte di Capodanno, come portafortuna.
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Racconto per il solstizio di inverno – L’elfo dell’albero della cera
Nel cortile di una vecchia casa colonica, tra un bogolaro e un caprifoglio, c’era un piccolo alberello della cera.
Era stato stato piantato anni prima dalla vecchia donna che viveva lì con suo marito, come dono per gli uccelli: a questi animali, infatti, piacciono molto le bacche dell’albero della cera, e alla donna piacevano molto gli uccelli, e sperava così che essi avrebbero visitato numerosi il suo giardino. E così fu.
Tantissimi uccelli venivano a mangiare e bere dal bagolaro e dal caprifoglio, e da tutti gli altri fiori ed arbusti che aveva piantato. Stranamente, però, non mangiavano le bacche dell’albero della cera.
Anno dopo anno le bacche si accumulavano sulla pianta, intatte. E ogni anno, durante una notte di luna piena, sparivano di colpo, tutte insieme.
La vecchia signora aveva notato questo strano fatto, e si chiedeva quale creatura facesse sparire così, puntualmente ogni anno, tutte le bacche.
Non lo scoprì mai, ma la sparizione delle bacche divenne per lei un segno dello scorrere del tempo: quando le bacche dell’albero della cera scomparivano, significava che l’autunno volgeva al termine e che la notte più lunga dell’anno sarebbe arrivata due settimane dopo.
La vecchia signora e suo marito presero così a festeggiare l’evento, accendendo candele e raccontandosi storie. Raccoglievano rami di abete e di pino, preparavano una grande corona, e la decoravano con molte candele, che dopo il tramonto accendevano per illuminare la notte più lunga e buia dell’anno. Mettevano la corona vicino alla finestra, e la sua luce brillava sul giardino che sembrava addormentato, ma forse non lo era del tutto.
Lana cardata – ghirlanda natalizia con piccola natività. Il tutorial questa volta è anche video… è la prima volta che mi cimento e la qualità non è ottima, ma spero possa essere di aiuto 🙂
Lana cardata – ghirlanda natalizia
Preparare la base (per tutti i modelli di ghirlanda)
Materiale occorrente
fil di ferro
(facoltativo) lana pulita di recupero (sciarpe vecchi, vecchi maglioni ecc…)
lana cardata bianca
Come si fa
Preparate un anello col fil di ferro (per questo modello con un diametro di circa 20 cm)
Se non volete usare tantissima lana cardata, che è preziosa, potete preparare un primo rivestimento con delle strisce di lana di recupero, così:
avvolgete stringendo bene:
proseguite poi con la lana cardata:
fino ad arrivare allo spessore desiderato (che dipende dal gusto personale):
qui il tentativo di video:
Lana cardata – ghirlanda natalizia
decorazione
Materiale occorrente
aghetto da feltro
lana cardata in vari toni di azzurro e verde, violetto, giallo
Come si fa
Preparate allargando con le mani una striscia alla volta di lana cardata azzurro cielo
Tutorial fiori in feltro – Un tutorial fotografico per imparare a realizzare fiori di feltro con la tecnica dell’infeltrimento con acqua e sapone. Non si tratta di un fiore in particolare, ma di “un’idea di fiore” che si costruisce, come avviene davvero anche in natura, con la luce ed il calore che insieme portano alla formazione prima del bocciolo, e poi del fiore.
Con questi fiori possiamo realizzare fermacapelli, spille per giacche, collane, braccialetti, segnalibri, ferma tende, cinture, coroncine da principessa per le bimbe ecc… o anche semplicemente fiori sullo stelo per il tavolo delle stagioni.
Anche a prescindere dal valore che può avere l’oggetto finito, e ci sono veri artisti del feltro, penso che la manualità creativa che porta a realizzare piccole cose non in serie sia anche per gli adulti un’importante esperienza sensoriale e meditativa, e per questo il tutorial punta a creare una situazione da risolvere solo nel momento non prevedibile dell’apertura del bocciolo: dipenderà dai colori scelti, dalla grandezza e dalla forma assunta dalla lana nel bocciolo, dallo spessore, dai bordi regolari o irregolari, dal vostro modellare e tirare il feltro in un modo o nell’altro, quale fiore avrete creato.
Considerare solo il tempo che richiede realizzare un fiorellino così, può farci capire quale ne sia il vero valore per chi si è cimentato.
Materiale occorrente:
– lana cardata colorata verde, gialla ed in altri colori a scelta
– sapone di marsiglia meglio se all’olio d’oliva (ma si può usare anche detersivo per piatti) e acqua bollente
– una stuoietta (tipo quelle da sushi, ma si può usare anche un pezzo di arella rotta o simili, o in alternativa anche un pezzo di plastica a bolle) e un asciugamano
– mattarello
– una matita
– eventualmente fil di ferro, elastico per capelli, spilla, ecc..
– ago e filo per assemblare fiori e foglie, e altri eventuali elementi
Come si fa:
Mettere sulla stuoia delle nuvolette di lana asciutta nei colori che preferite (io ho scelto verde, rosso, arancione e giallo). La nuvoletta può essere di qualsiasi dimensione, e tenete presente che con l’infeltrimento diventerà molto più piccola; la mia era all’inizio circa 20 cm, ed al termine circa 11cm:
Cominciate a massaggiare coi polpastrelli, con movimenti circolari, bagnando le mani con l’acqua calda ed insaponandole più volte:
Ripete da entrambe le facce, rivoltando la nuvoletta più volte; questo lavoro può richiedere 3 minuti circa:
Ora arriva la fase della follatura, che può richiedere 15 – 20 minuti (tenendo presente che più si lavora, più il feltro sarà di buona qualità.
Alternativamente facciamo le seguenti operazioni, e durante ognuna di questa operazioni spostiamo la nuvoletta in ogni senso (vedrete infatti come la lana “si accorcia” sempre nel senso in cui la arrotoliamo, quindi se variamo i sensi, avremo un feltro omogeneo):
rulliamo la lana nella stuoia, premendo, prima con leggerezza per non spostare i colori, poi via via sempre più forte
premiamo sulla stuoia ruotando il mattarello, sempre prima con leggerezza per non spostare i colori, poi via via sempre più forte
usiamo come mattarello una matita, avvolgiamo la nuvoletta e ruotiamo premendo con forza.
E’ anche importante, di quando in quando, tirare la nuvoletta lungo i bordi, per ottenere un feltro più compatto, prezioso e sottile:
Questo è il mio fiore dopo tutti i maltrattamenti subiti:
Ora possiamo accartocciare la nuvoletta come a formare un germoglio, poi la ruotiamo tra le mani e premendo leggermente, rigirandola molto velocemente (attenzione a non esagerare, altrimenti vi sarà impossibile aprirlo…):
Lana cardata – Ma dove si compra? Per i primi esperimenti con la lana cardata e il feltro, è possibile acquistarne piccoli sacchettini, magari in colori misti, a prezzi piuttosto alti rispetto a quelli della lana a kg, ma non così inaccessibili… considerate che la lana cardata è molto voluminosa, quindi 1 kg è proprio un bel sacchettone della spesa pieno, e si possono fare un’infinità di cose.
Il mio primo lavoro con la lana cardata è stato un mobile per la culla di mia figlia; avevo comprato questo mix online http://www.ipiccolissimi.it/ (c’è ancora!).
La lana cardata si può trovare nelle scuole steineriane, nelle mercerie (qui a Bassano l’ho vista in vendita a gomitoli, al metro; il negozio ha anche un sito web http://www.filodigiada.com/), e nei negozi di hobbistica…
… oppure nel web, ma considerando che ci sono le spese di spedizione, conviene se si fa un ordine anche di altro materiale che ci serve. Offrono lana cardata online, ad esempio:
praticamente il paradiso di ogni amante della manualità… il sito è in tedesco, ma il traduttore di Google è sufficiente per venirne a capo. Oltre alla lana trovate tutto per fare le bambole, per lavorare a maglia, tessere, fare gioielli, ecc…
1 kg di lana merinos in gomitolo in 35 colori costa 19 euro:
wollknoll
1 kg di lana in vello (per feltro) in 10 colori costa 24,45 euro:
Lavoretto per la festa della mamma – fiore di feltro. Avevo già descritto la tecnica di produzione dei fiori di feltro per gli adulti, ma si tratta di un procedimento troppo impegnativo proposto ai bambini.
Qui vediamo come è semplice, con pochi accorgimenti aggiuntivi, far fare questa bella esperienza anche ai bambini più piccoli.
E’ un’attività che consiglio davvero, per esperienza: è molto ricca dal punto di vista sensoriale, avvicina al mondo della natura, porta calma e concentrazione (anche per il massaggio dei polpastrelli che la lana ci ricambia mentre la massaggiamo, ma non solo) e, siccome la bellezza della lana (anche senza essere lavorata) è garanzia di successo, porta tutti i bambini a sentirsi “bravissimi” e in questo caso davvero orgogliosi di poter fare alla mamma un così bel regalo…
Il fiore che propongo oggi non è un fiore in particolare, ma “un’idea di fiore” che si costruisce, come avviene davvero anche in natura, con la luce ed il calore che insieme portano alla formazione prima del bocciolo, e poi del fiore.
Materiale occorrente:
– lana cardata colorata verde, gialla ed in altri colori a scelta
– sapone di marsiglia meglio se all’olio d’oliva (ma si può usare anche detersivo per piatti) e acqua calda
– una stuoietta (tipo quelle da sushi, ma si può usare anche un pezzo di arella rotta o simili, o in alternativa anche un pezzo di plastica a bolle) e un asciugamano
– mattarello
– una matita
– fil di ferro per lo stelo del fiore
– un secondo asciugamano a disposizione di ogni bambino, se la sensazione del sapone sulle mani è fastidiosa.
Tenere la stuoietta sopra l’asciugamano è un buon trucco per evitare di bagnare troppo la lana, perchè ai bambini piace esagerare con l’acqua e con la schiuma, e con la stuoietta l’eccesso viene filtrato lasciando asciutta la superficie di lavoro.
E’ importante stare a fianco del bambino per passargli il materiale quando ha le mani insaponate, e per intervenire se ne ha bisogno.
Il materiale deve essere disposto ordinatamente: la lana distante dall’acqua, la stuoietta davanti al bambino, il sapone e l’acqua a destra (se il bimbo non è mancino), quello che non serve lontano e quello che serve vicino…
Suggerimenti per il laboratorio
Mettiamoci a fianco del bambino, e facciamo anche noi un fiore con lui, così non saranno necessarie troppe spiegazioni verbali.
Per prima cosa prendiamo un ciuffo di lana verde, apriamolo tra le mani e facendone fiocchetti leggeri posiamolo sulla nostra stuioia. Diamo al bambino la sua lana verde, e lui farà la stessa cosa.
Versiamo dell’acqua calda nella ciotola del sapone, controlliamo che non scotti, e mostriamo sul nostro fiore come dobbiamo fare:
Immergiamo i polpastrelli nell’acqua, strofiniamoli sulla saponetta, e massaggiamo la lana con movimenti circolari leggeri… il bambino farà la stessa cosa.
Se qualcosa non va evitiamo il più possibile di toccare il suo fiore, e cerchiamo invece di correggere gli eventuali errori mostrandoli sul nostro. Se invece è stanco, chiediamo sempre il permesso di toccare il suo fiore, prima di aiutarlo…
Dopo che la nuvoletta di lana risulta bagnata e massaggiata da entrambi i lati, cominciamo a passare al bambini i vari strumenti che servono alla follatura, mostrando prima velocemente sul nostro fiore come usarli:
– col mattarello si ruota e si preme sulla lana;
– si arrotola la stuoietta intorno alla lana e prima si ruota sull’asciugamano, poi tra le mani:
Tutorial BAMBOLINE IN FELTRO – Riordinando casa oggi abbiamo ritrovato questa bambolina, che ha ormai più di dieci anni… è uno dei miei primi esperimenti col feltro e le mie ragazze ci hanno giocato davvero tanto:
così ho pensato di cimentarmi di nuovo…
… ed ecco il tutorial.
Materiale occorrente
lana cardata color incarnato e un assortimento di colori a scelta
sapone di marsiglia meglio se all’olio d’oliva (ma si può usare anche detersivo per piatti) e acqua bollente
una stuoietta (tipo quelle da sushi, ma si può usare anche un pezzo di arella rotta o simili, o in alternativa anche un pezzo di plastica a bolle) e un asciugamano
filo da ricamo e aghi da cucito. Gli aghetti da feltro possono essere utili ma non sono indispensabili
forbici o taglierino
un pezzo di cartone di recupero per i modelli. Se usate come ho fatto io un cartone da pizza, avete a disposizione davvero l’ideale perchè è resistente ed abbastanza impermeabile. Se non comprate pizza da asporto potete usare il cartone di una scatola qualsiasi, ma dovrete rivestire il modello con della pellicola da cucina per renderlo più resistente. Se il modello si disfa prima del tempo, infatti, c’è il rischio che la lana infeltrendosi faccia presa all’interno, e non è poi più possibile aprire il lavoro.
Come si fa
Scelto il modello che desiderate realizzare, riportatelo sul cartone e ritagliate. Qui potete scaricare e stampare quelli che ho usato io, ma si tratta di forme davvero elementari che possono benissimo essere disegnate ad occhio:
Per la bambolina rosa e quella bianca vi servirà la forma ovale per la culla e la forma piccola per il corpo della bambola; per la bambolina verde la forma grande, quella piccola e quella per il cappello da gnomo.
Ora impariamo la tecnica base per infeltrire la lana con acqua e sapone. La preparazione a secco della lana è molto importante. L’infeltrimento infatti è un processo irreversibile che porta le fibre della lana prima ad aprirsi (grazie all’azione dell’acqua e del calore, facilitata dal sapone) e poi a richiudersi saldandosi tra loro (grazie all’azione meccanica del “maltrattamento”, cioè del movimento e della pressione). L’unico vero ingrediente “segreto” è il tempo: più tempo si dedica a massaggiare, premere, strapazzare la lana, più la qualità del nostro feltro risulterà buona. Per essere più tecnica, la fase di “maltrattamento” è detta follatura. Per capire meglio, questa è una fibra di lana vista al microscopio:
photo credit: www. edym.com
La tecnica è la stessa che permette di realizzare pantofole, cappelli, borse, ecc… cambia solo il modello. Anche se sembra difficile, ho tenuto corsi di feltro con bambini a partire dai 5 anni, ed hanno realizzato davvero pantofole, borsette e quadri di buona qualità.
Prendiamo il modello, e procediamo con la lana asciutta rivestendolo in questo modo: una volta in senso verticale, una volta orizzontale, un’altra volta verticale ed un’ultima orizzontale:
Io ho preparato così tutti modelli, prima di bagnare il piano di lavoro; questa è una buona pratica da seguire soprattutto se si lavora coi bambini…
Versate poi dell’acqua bollente in una ciotolina e immergete la saponetta. Se usate detersivo liquido versate in una ciotola più grande l’acqua bollente e una ciotolina più piccola il detersivo.
Insaponate i polpastrelli, poi bagnateli nell’acqua e cominciate a massaggiare la lana con movimenti piccoli, rotatori e leggeri.
La sensazione sulle dita è molto piacevole, e procedete con pazienza senza mai esagerare col bagnare, finchè non vi sarete accorti che siete arrivati a bagnare ed insaponare fino al cartone, da entrambi i lati.
Tenere la stuoietta sopra l’asciugamano è un buon trucco per evitare di bagnare troppo la lana, perchè soprattutto ai bambini piace esagerare con l’acqua, e con la stuoietta l’eccesso viene filtrato lasciando asciutta la superficie di lavoro.
Continuate a massaggiare coi polpastrelli, aggiungendo acqua o sapone solo se sentite che facilita il lavoro di massaggio, e man mano che procedete aumentate gradualmente la pressione.
Ora infatti le scaglie delle fibre si stanno aprendo, ed aumentando la pressione eliminiamo non solo l’eccesso d’acqua, ma anche l’aria tra fibra e fibra. Come ho già detto, più tempo dedicherete all’operazione, migliore sarà il risultato. Tecnicamente al termine di questa operazione avrete ottenuto il “prefeltro”.
Ora si possono proporre due strade. Soprattutto se lavorate coi bambini, a questo punto della lavorazione possono essere stanchi, e molto probabilmente sarà anche finito il tempo a disposizione… ho sperimentato come buona mediazione chiudere ogni pezzo singolo in un sacchetto di stoffa o uno strofinaccio da cucina, chiudendolo ognuno con un elastico, e mettere il tutto in lavatrice scegliendo un programma a 60 gradi almeno con centrifuga finale (ma non è il sistema più “ortodosso”):
Chiudendo bene la lana nella stoffa la lavatrice non subirà danni, ed inoltre possiamo approfittare per aggiungere al carico tovaglie e altri resistenti…
Il procedimento manuale prevede invece la follatura, che porta ad eliminare aria e acqua tra le scaglie e fare in modo che esse si saldino tra di loro come se fossero tanti uncini.
poi passate alla caratterizzazione del personaggio, se volete prendendo spunto dal tutorial fotografico che segue:
decorate con la lana più scura maniche e fondo della veste, avvolgendo semplicemente. La lana si blocca da sola, ma eventualmente potete aiutarvi con l’aghetto da feltro:
se volete aggiungete qualche filo argentato:
preparate la tunica, fissatela e decoratela a piacere:
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