Questa è una semplice dimostrazione che aiuta a chiarire che il suono ha bisogno di qualcosa da attraversare e che l’aria non è un materiale molto efficiente a tale scopo.
Età
Dai 5 anni.
Materiali
Un righello (di legno, plastica o metallo)
due cucchiaini di diverse dimensioni (prova con un cucchiaino e un cucchiaio da portata)
corda o filo di cotone.
Note di sicurezza
Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.
Osservare che la pupilla cambia dimensione in base alla quantità di luce e che la luce che splende in un occhio influisce sulla dimensione della pupilla nell’altro occhio.
Materiali
Lente d’ingrandimento e specchietto (oppure specchio ingrandente)
piccola torcia elettrica.
Età
Dai 9 anni.
Note di sicurezza
Finché usiamo ragionevolmente i materiali questa è un’attività molto sicura.
“Il fatto più interessante ed insieme impressionante (…) è che la terra è una creazione della vita. La vita ha creato rocce e suolo, ed è la vita che sostiene l’armonia della terra (…). Gli oceani sono tenuti in equilibrio chimico costante dagli esseri viventi, e sono sempre gli viventi che conservano la purezza dell’aria. Tutte le creature che vivono sulla terra hanno un ruolo cosmico da svolgere. Il mantenimento della vita sulla terra dipende da molte specie, ognuna delle quali ha una funzione particolare e specifica. Gli animali si nutrono, vivono e si riproducono; ognuno ha un ciclo vitale che svolge un ruolo speciale in relazione alla vita di altre specie. Tutti sanno, ad esempio, che la scomparsa di una specie in un certo luogo sconvolge l’equilibrio, perché le vite di tutte le specie sono interrelate. La vita può quindi essere considerata come un’energia che mantiene la vita stessa.
(Maria Montessori – Educazione e Pace, capitolo 9)”
I bambini sono intrinsecamente connessi alla natura e affascinati dalle “cose reali e viventi”, ed è meraviglioso seguire il loro interesse naturale verso lo studio delle piante e degli animali.
Nomenclature Montessori per le parti del pesce per bambini della scuola d’infanzia (immagine, nome, immagine e nome) e per la scuola primaria (immagine, nome, definizione) pronte per il download e la stampa in formato pdf.
Per realizzare l’incastro della rana in proprio trovi il tutorial qui:
Nomenclature Montessori per le parti del cavallo per bambini della scuola d’infanzia (immagine, nome, immagine e nome) e per la scuola primaria (immagine, nome, definizione) pronte per il download e la stampa in formato pdf.
Per realizzare l’incastro della rana in proprio trovi il tutorial qui:
Per le presentazioni ho utilizzato l’incastro fai da te e l’incastro di Montessori 3D di Boboto.
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Presentazione 1
(presentazione del materiale)
Scopo:
– introdurre i nomi delle parti del corpo caratteristiche degli animali (uno per ogni classe di vertebrati)
– dare informazioni particolari sulle diverse parti del corpo degli animali
– consentire al bambino di confrontare la morfologia degli animali con quella degli esseri umani
Presentazione
– invitiamo un bambino a lavorare con noi all’esercizio
– andiamo allo scaffale della zoologia e, se lo abbiamo a disposizione, indichiamo il cofanetto per gli incastri degli animali:
– diciamo: “Questo è il cofanetto degli incastri degli animali, e questi sono gli incastri degli animali”
– mostriamo al bambino come prendere dal cofanetto l’incastro del pesce e tenerlo correttamente per portarlo al tavolo o al tappeto
– arrivati al posto diciamo: “Questo è l’incastro del pesce. Su questo incastro noi possiamo vedere le parti del corpo del pesce”
– attiriamo l’attenzione del bambino sugli incastri, e diciamo che si tratta di un materiale molto utile a tutti e che lo maneggeremo con delicatezza e cura
– mostriamo al bambino come prendere i pezzi in modo corretto utilizzando i pomoli, per rimuoverli dalla tavola
– prendiamo il primo incastro e posiamolo sul tappeto
Per le presentazioni ho utilizzato l’incastro fai da te e l’incastro di Montessori 3D di Boboto.
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Presentazione 1
(presentazione del materiale)
Scopo:
– introdurre i nomi delle parti del corpo caratteristiche degli animali (uno per ogni classe di vertebrati)
– dare informazioni particolari sulle diverse parti del corpo degli animali
– consentire al bambino di confrontare la morfologia degli animali con quella degli esseri umani
Presentazione
– invitiamo un bambino a lavorare con noi all’esercizio
– andiamo allo scaffale della zoologia e, se lo abbiamo a disposizione, indichiamo il cofanetto per gli incastri degli animali:
– diciamo: “Questo è il cofanetto degli incastri degli animali, e questi sono gli incastri degli animali”
– mostriamo al bambino come prendere dal cofanetto l’incastro dell’uccello e tenerlo correttamente per portarlo al tavolo o al tappeto
– arrivati al posto diciamo: “Questo è l’incastro dell’uccello. Su questo incastro noi possiamo vedere le parti del corpo dell’uccello”
– attiriamo l’attenzione del bambino sugli incastri, e diciamo che si tratta di un materiale molto utile a tutti e che lo maneggeremo con delicatezza e cura
– mostriamo al bambino come prendere i pezzi in modo corretto utilizzando i pomoli, per rimuoverli dalla tavola
Tutorial per realizzare gli incastri della zoologia Montessori con cartamodelli e istruzioni. Gli incastri della zoologia comprendono la rana, il cavallo, l’uccello e il pesce.
Botanica Montessori: l’incastro della pianta. Presentazione ed esercizi per bambini a partire dai 3 ai 5 anni.
L’incastro utilizzato per la presentazioni è offerto da :
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Materiale:
– incastro della pianta
Presentazione (individuale)
– diciamo al bambino: “Ricordi che abbiamo parlato delle parti della pianta? Questo è un materiale a incastri che isola ogni singola parte della pianta.”
– invitiamo il bambino a rimuovere le parti e a riposizionarle
Nomenclature Montessori per le parti della rana per bambini della scuola d’infanzia (immagine, nome, immagine e nome) e per la scuola primaria (immagine, nome, definizione) pronte per il download e la stampa in formato pdf.
Incastro della rana Montessori con presentazioni ed esercizi per bambini della scuola d’infanzia. Il materiale utilizzato è offerto da:
Il materiale degli incastri degli animali è composto da 5 incastri principali:
– un pesce
– una tartaruga (per la classe dei rettili)
– una rana (per la classe degli anfibi)
– un cavallo (per la classe dei mammiferi)
– un uccello.
Si tratta quindi di animali tipici di una determinata classe di vertebrati.
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Presentazione 1
(presentazione del materiale)
Scopo:
– introdurre i nomi delle parti del corpo caratteristiche degli animali (uno per ogni classe di vertebrati)
– dare informazioni particolari sulle diverse parti del corpo degli animali
– consentire al bambino di confrontare la morfologia degli animali con quella degli esseri umani
Presentazione
– invitiamo un bambino a lavorare con noi all’esercizio
– andiamo allo scaffale della zoologia e, se lo abbiamo a disposizione, indichiamo il cofanetto per gli incastri degli animali:
– diciamo: “Questo è il cofanetto degli incastri degli animali, e questi sono gli incastri degli animali”
– mostriamo al bambino come prendere dal cofanetto l’incastro della rana e tenerlo correttamente per portarlo al tavolo o al tappeto
– arrivati al posto diciamo: “Questo è l’incastro della rana. Su questo incastro noi possiamo vedere le parti del corpo della rana”
– attiriamo l’attenzione del bambino sugli incastri, e diciamo che si tratta di un materiale molto utile a tutti e che lo maneggeremo con delicatezza e cura
– mostriamo al bambino come prendere i pezzi in modo corretto utilizzando i pomoli, per rimuoverli dalla tavola
– prendiamo il primo incastro e posiamolo sul tappeto
– chiediamo al bambino di rimuovere i rimanenti incastri e metterli sul tappeto
Guida didattica Montessori per la BOTANICA dai 3 ai 9 anni. La guida è realizzata col contributo di Boboto, che ha offerto parte dei materiali utilizzati.
“Il pianeta Terra è una creazione della vita. La vita ha creato le rocce e il suolo, ed è la vita che sostiene l’armonia della terra. Gli oceani sono mantenuti in equilibrio chimico costante grazie agli esseri viventi, e sono gli esseri viventi che mantengono la purezza dell’aria. Tutte le creature che vivono sulla terra svolgono un ruolo cosmico.
Il mantenimento della vita sulla terra dipende da molti esseri viventi diversi, ognuno delle quali ha una speciale, specifica funzione. Gli animali si nutrono vivono e si riproducono; ognuno ha un ciclo vitale che assume un ruolo particolare in relazione alla vita di altre specie. Tutti sanno, per esempio, che la scomparsa di una specie in un certo luogo ne sconvolge l’equilibrio, perché la vita di tutte le specie sono interconnesse. La vita quindi può essere considerata come un’energia che mantiene la vita stessa”.
(Educazione e pace – Maria Montessori)
Di seguito potete leggere l’indice della guida che ho preparato per lo studio della botanica dai 3 ai 9 anni. L’elenco serve all’adulto per avere una visione d’insieme, e non è da leggere come una sequenza cronologica in senso stretto.
Il piano di studi vero e proprio deve essere individuale, basato su ogni bambino, tenendo conto dei suoi interessi e dei suoi progressi in un campo piuttosto che in un altro.
Il vero curriculum è quello che incontra il bambino esattamente dove egli si trova in quel dato momento.
Il consiglio generale per stabilire l’ordine migliore per le presentazioni è dunque quello di seguire gli interessi del bambino e le sue abilità. Detto questo, alcune presentazioni presuppongono la conoscenza di uno o più argomenti precedenti, e questi prerequisiti, quando sono presenti, sono indicati nei vari articoli.
Non ci deve essere l’ansia di seguire un programma, ma a volte può esserci il bisogno di padroneggiare un dato argomento prima di passare a quello successivo.
La pianificazione delle presentazioni deve avere l’obiettivo di facilitare il successo nell’apprendimento del bambino, e non deve essere uno schema rigido che, per essere seguito, rischia di forzare il bambino stesso in campi per i quali in realtà non è pronto.
Man mano che gli articoli verranno pubblicati, appariranno i link in rosso. Gli articoli di prossima pubblicazione sono in grassetto.
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Guida didattica Montessori per la botanica dai 3 ai 6 anni
Nell’età in cui i bambini frequentano la casa dei bambini sono gli oggetti di lavoro quelli che permettono al bambino di scegliere una occupazione, e di dare perciò uno scopo intelligente e formativo alle sue attività.
Botanica Montessori: l’incastro della foglia. Presentazione ed esercizi per bambini a partire dai 3 ai 5 anni.
L’incastro utilizzato per la presentazioni è offerto da :
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Incastro della foglia Montessori
Presentazione 1
Materiali:
– incastro della foglia
Presentazione (individuale)
– diciamo al bambino: “Ricordi che abbiamo parlato delle parti della foglia? Questo è un materiale a incastri che isola ogni singola parte della foglia”
– invitiamo il bambino a rimuovere le parti e a riposizionarle
I fiori più comuni dei nostri prati e dei nostri giardini
viola del pensiero
Per mettersi bene in vista questo fiore ha colorato i suoi petali di colori diversi l’uno dall’altro. Le striature che convergono verso il centro indicano agli insetti la strada da seguire per raggiungere il nettare e, naturalmente, gli stami e i pistilli.
ranuncolo
I ranuncoli levano la loro corolla su uno stelo eretto, ornato di foglie palmate come le dita di una mano; sono detti anche “botton d’oro” perchè sembra abbiano racchiuso, nei loro cinque petali, tutto il colore del prezioso metallo.
ciclamino
I ciclamini hanno radice grossa, rotonda, carnosa; foglie leggermente ovali e graziosamente screziate di un verde più chiaro; fiori rosei, profumati, se cresciuti in località di alta montagna. Nell’Italia centrale e meridionale, i ciclamini hanno foglie e fiori più grandi; ma i fiori sono più pallidi e senza profumo.
Le stelle marine – materiale didattico e curiosità sulle stelle marine, un racconto adatto anche ai bambini più piccoli, e le carte delle nomenclature, utili dopo la presentazione della linea del tempo per la comparsa dei viventi (seconda lezione cosmica montessoriana), pronte per il download e la stampa.
Le stelle marine sono tra gli organismi acquatici più conosciuti. Il loro aspetto così caratteristico, la loro simmetria, il numero e la disposizione dei loro organi sono legati in modo indissolubile al numero cinque, come del resto avviene in tutti gli echinodermi.
Il rispetto di questa regola ha avuto come conseguenza la trasformazione di certi esemplari in perfetti pentagoni, e spiega come mai le più comune stelle marine abbiano cinque braccia o almeno cinque punte. Ma ogni regola ha le sue eccezioni, e così, viaggiando di stella in stella, è possibile imbattersi in specie con quattro braccia (come la Culcita tetragona) o dodici , come la stella sole europea. Altre ne posseggono 15, 20, 25, fino ad arrivare alle 45 e più della stella antartica (Labidiaster annalatus); inoltre esistono stelle marine che si presentano con un numero di braccia diverso da esemplare ad esemplare, come avviene per la stella rossa del Mediterraneo (Echinaster sepositus) che può avere da cinque a sette braccia.
Nelle stelle marine non è possibile distinguere una destra e una sinistra, ma è possibile riconoscere un lato ventrale e un lato dorsale, che vengono chiamati lato orale e lato aborale. Lungo le braccia, in posizione ventrale, troviamo infiniti pedicelli simili a ventose che permettono alle stelle marine di camminare e di aprire i molluschi bivalvi di cui si nutre. Un numero così elevato di pedicelli sembrerebbe poco adatto a movimenti rapidi, e infatti la maggior parte delle stelle marine ha abitudini sedentarie: alcune si muovono di non più di dieci metri in un anno, ma ci sono anche specie che raggiungono l’incredibile velocità di due metri al minuto.
Sempre dal lato ventrale, al centro del disco da cui si dipartono le braccia si trova la bocca: una stretta fessura da cui al momento del pasto viene estroflesso lo stomaco.
Il lato rivolto verso l’alto appare più uniforme, anche se sotto la sottile epidermide sono spesso visibili le placche calcaree che formano lo scheletro delle stelle marine (asteroidei). Questo scheletro è molto flessibile, perchè i tessuti che lo circondano possono essere contratti e rilasciati. Questo sistema è molto vantaggioso per le stelle marine perchè da un lato possono irrigidirsi in caso di necessità o di pericolo, e dall’altro possono deformare ed adattare il loro corpo alle irregolarità del terreno e rivoltarsi quando si rovesciano accidentalmente. Questo genere di incidente è molto comune tra le stelle marine, e sono frequenti anche le cadute: basta un’onda un po’ più impetuosa per perdere l’appiglio e ritrovarsi “a pancia in su”.
Le diverse specie hanno messo a punto tecniche diverse per rimettersi in posizione. Alcune piegano tutte le braccia verso l’altro, assumendo l’aspetto di un tulipano; in questo modo riescono a spostare il baricentro di quel tanto che serve a perdere l’equilibrio e portare una o più braccia vicino al fondale: i pedicelli allora fanno presa sul terreno e l’animale passo a passo riprende la sua posizione normale. Altre specie usano la tecnica del “tulipano rovesciato”, cioè si sollevano sulle punte delle braccia per poi ricadere su un fianco e quindi compiere le manovre spiegate prima. Ci sono anche stelle in grado di ruotare le braccia di 180 gradi, in modo da riportare i pedicelli a contatto col terreno; una volta che si sono assicurate l’appoggio di almeno due braccia, queste stelle scivolano sotto se stesse fino a girarsi completamente. Alcune stelle impiegano per rigirarsi meno di un minuto, mentre altre possono aver bisogno di parecchie ore per riacquistare la loro posizione normale.
Ogni braccio della stella marina non è soltanto un organo locomotore, ma anche un efficiente organo di senso, capace di riconoscere il cibo al tatto e di captare la più sottile traccia odorosa lasciata da una preda. E più braccia ci sono, maggiore è la superficie che può essere esplorata.
Alimenti preferiti delle stelle marine sono i molluschi bivalvi, come mitili, telline, vongole, ecc…, con una predilezione per le ostriche. Gli allevatori di ostriche, per i quali gli asteroidei sono da sempre un vero flagello, erano convinti che le stelle marine avessero la diabolica capacità di sorprendere i loro pregiati molluschi e di essere addirittura capaci di ipnotizzarli, ma questo è impossibile perchè anche se è vero che le stelle marine hanno degli occhi molto rudimentali posti sulla punta delle braccia, che si presentano come macchioline di colore rosso vivo, le ostriche sono completamente cieche.
In realtà le stelle marine si procurano il pasto ricorrendo ad una tecnica molto faticosa e per nulla misteriosa. Una volta individuata la preda, la stella la avvolge con le sue braccia facendo aderire i pedicelli alle valve chiuse, che cominciano ad essere sottoposte ad una forza di trazione che raggiunge anche i 4 chili. Con questa tecnica una comune stella rossa riesce ad aprire e mangiare una vongola in poco meno di 30 minuti; il termine “aprire” però non è del tutto esatto: alla stella infatti non serve divaricare di molto le valve del mollusco, ma bastano pochi millimetri perchè il suo stomaco estroflesso venga fatto scivolare all’interno della conchiglia e cominci a digerire la saporita polpa del mollusco.
Il processo di digestione richiede otto ore, ma alcune specie hanno una digestione che può durare anche quindici giorni.
Ci sono anche stelle marine che si accontentano di succhiare i polipi dei coralli o di filtrare il plancton, ed altre ancora che inghiottono il cibo con la bocca: alcune sono in grado di mangiare i ricci di mare interi senza preoccuparsi delle spine, e in alcuni casi la preda ingerita intera forma una protuberanza visibile attraverso l’epidermide, e può anche succedere che qualche pasto possa risultare fatale alla stella, che finisce con l’essere perforata da cibi troppo appuntiti.
Igiene orale: il dente non è un unico blocco, ma un sistema composto da tante parti. E’ forte ed efficiente, ma al tempo stesso delicato.
Per creare un modello semplificato di dente possiamo utilizzare la pasta da modellare.
Cosa serve:
play dough rosso, bianco, giallo, arancio o rosa
un filo di lana o cotone
una superficie di cartone spesso o plastica
uno schema della struttura del dente.
Cosa fare:
Dopo aver studiato la struttura dei denti, possiamo fissare le conoscenze attraverso la realizzazione del modello. Il consiglio è di cominciare dalla dentina:
inserire nella dentina la polpa:
aggiungere la gengiva e il filo che rappresenta nervi e vasi sanguigni:
e infine lo smalto.
Una volta asciutto, il modello può servire per abbinare alle varie parti i cartellini della nomenclatura. I miei sono questi:
i bambini che già da molto piccoli hanno imparato a lavarsi i denti, presto desidereranno ricevere informazioni sui loro denti, sapere come si chiamano, come sono fatti, ecc… Per questo è importante predisporre per lui molte attività sul tema.
Imparare l’anatomia e la fisiologia dei denti aiuterà i bambini a lavarsi i denti ancora meglio, con maggior consapevolezza, e le prime informazioni possono essere date a partire dalla scuola d’infanzia.
Nella scuola primaria è poi importante riprendere ed approfondire coi bambini tutti i temi affrontati quando erano più piccoli, arricchendo le nozioni di anatomia e fisiologia di contenuti scientifici appropriati all’età.
Conoscere aumenta la motivazione e favorisce l’indipendenza e l’autonomia.
Il dente non è un unico blocco, ma un sistema composto da tante parti. E’ forte ed efficiente, ma al tempo stesso delicato.
Per creare un modello semplificato di dente possiamo utilizzare la pasta da modellare, come illustrato qui,
Igiene orale: schede delle nomenclature Montessori in tre parti, sulla struttura del dente.
A corredo del progetto di insegnamento della corretta igiene orale ai bambini, ho preparato queste carte delle nomenclature in tre parti (illustrate con parola, solo illustrazione e solo parola) sulla struttura del dente.
i bambini che già da molto piccoli hanno imparato a lavarsi i denti, presto desidereranno ricevere informazioni sui loro denti, sapere come si chiamano, come sono fatti, ecc… Per questo è importante predisporre per lui molte attività sul tema.
Imparare l’anatomia e la fisiologia dei denti aiuterà i bambini a lavarsi i denti ancora meglio, con maggior consapevolezza, e le prime informazioni possono essere date a partire dalla scuola d’infanzia.
Nella scuola primaria è poi importante riprendere ed approfondire coi bambini tutti i temi affrontati quando erano più piccoli, arricchendo le nozioni di anatomia e fisiologia di contenuti scientifici appropriati all’età.
Conoscere aumenta la motivazione a lavarsi bene i denti e favorisce l’indipendenza e l’autonomia.
Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo
Anche se l’accrescimento può essere soggetto a diversi fattori ambientali, l’orientamento della pianta è guidato da tre fattori principali che sono il fototropismo, il gravitropismo e il tigmotropismo:
– il fototropismo, o crescita verso la luce, assicura che le foglie ricevano una quantità ottimale di luce per la fotosintesi;
– il gravitropismo, o crescita in risposta alla gravità, permette alle radici di crescere nel suolo verso il basso e ai fusti di crescere verso l’alto, lontano dal suolo;
– il tigmotropismo, o crescita a seguito di contatto, permette alle radici di crescere attorno agli ostacoli ed permette alle piante rampicanti di avvolgersi attorno alle strutture di supporto.
Il fototropismo è mediato dall’auxina (un ormone vegetale della crescita). L’auxina si forma nell’apice e poi scende distribuendosi uniformemente in tutte le cellule della pianta, ma se l’illuminazione non proviene dall’alto, l’auxina anziché distribuirsi uniformemente si sposta verso il lato non illuminato. L’accumulo di questo ormone determinerà crescita maggiore nel lato in ombra, con conseguente piegamento verso la luce.
Il fototropismo è stato descritto per la prima volta da Darwin, ed è stato osservato anche nel plancton acquatico.
Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo
Materiale necessario per costruire il labirinto:
– una scatola di cartone con coperchio, possibilmente di colore scuro
– ritagli di cartone, possibilmente di colore scuro
Piantine:
l’esperimento riesce particolarmente bene utilizzando patate, patate dolci o cipolle germogliate che possono essere messe in un vaso di terriccio ben bagnato, oppure sospese in un vaso d’acqua con degli stecchini di legno:
Se usiamo il vaso con terriccio, sia per la semina, sia per patate e cipolle germogliate, occorrerà di tanto in tanto innaffiare, e anche se usiamo il vaso d’acqua dovremo controllare se serve aggiungerne.
Con le patate e le cipolle si può anche provare a metterle nella scatola così, senza acqua né terriccio: contengono in effetti acqua e nutrienti che per un po’ possono assicurare la crescita del germoglio anche in assenza di terra ed acqua. Se scegliete questa soluzione, il processo di sviluppo della pianta potrebbe essere un po’ più lento, ma vi sarà possibile sigillare meglio il coperchio alla scatola.
Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo
Obiettivi dell’esperimento:
dimostrare l’effetto della luce sulla crescita delle piante.
Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo
Tempi:
occorreranno circa due settimane dall’esperimento, per poter osservare i risultati. Di più se rinunciate a terriccio ed acqua.
Per preparare i bambini possiamo, nei giorni precedenti, invitarli ad osservare le piante sul davanzale della finestra. Cosa possiamo dire della loro crescita? Che le piante non crescono verso la stanza, ma verso l’esterno della casa. Perchè? Perchè le piante si rivolgono alla luce del sole. Possiamo anche uscire all’aperto ed osservare e confrontare la crescita delle piante che incontriamo.
Esperimenti scientifici per bambini – Labirinti per germogli: il fototropismo
Preparazione della scatola
La scatola può essere preparata in diversi modi, l’importante è che presenti un solo foro in alto per l’ingresso della luce e che i cartoni divisori siano alternati in modo tale da non impedire alla luce di seguire un certo percorso verso la pianta, ed alla pianta di crescere verso il foro, una volta che la scatola sarà chiusa.
I cartoni divisori devono avere esattamente la stessa altezza di quella della scatola, in modo tale da toccare il coperchio, quando la scatola verrà chiusa. Potete farne quanti ne volete. Possono essere di lunghezza diversa, oppure posso essere tutti lunghi come la lunghezza della scatola, e si possono praticare fori (finistrelle di circa 3×3 cm) a distanze diverse per il passaggio della luce.
Schede per il riconoscimento delle erbe del prato – Ho realizzato tempo fa queste schede illustrate per il riconoscimento delle erbe selvatiche più comuni per una seconda classe, dopo aver lavorato coi dettati ortografici sulle erbe del prato,
avviando anche le prime raccolte di erbe per la produzione di un erbario di classe.
Il livello di approfondimento è adeguato all’età. I nomi latini sono importanti, accanto al nome volgare, per ricercare ulteriori informazioni relative a quella specifica erba; non se ne richiede certo la memorizzazione :-)… e lo stesso vale per la classificazione botanica.
Istruzioni: ogni foglio contiene la scheda fronte-retro di due erbe del prato. Ritagliate dunque due strisce orizzontali da ogni foglio, e ripiegatele lungo la linea verticale al centro. La scheda può essere plastificata così a doppio, oppure l’interno può essere utilizzato per conservare i campioni di erbe raccolte e per le annotazioni.
Per un lavoro più approfondito le risorse migliori che ho trovato nel web, tutte gratuite, sono queste:
Botanica: il giardino delle meraviglie, un semplice esperimento sulla disseminazione. Prepariamo due cassette, da posizionare all’aperto sul terrazzo o sul davanzale di una finestra: in una di queste piantiamo qualche seme: grano, lenticchie, piselli, qualche bulbo. Li vedremo presto germogliare, crescere e infine fiorire. Nell’altra cassetta non pianteremo niente, e la chiameremo “Il giardino delle meraviglie”…
Coi bambini diamo le stesse cure ad entrambe le cassette, provvedendo ad innaffiare la terra, e osservando via via quello che avviene.
Cosa succederà nel Giardino delle meraviglie? Un bel giorno anche qui, pur non avendo seminato nulla, spunteranno delle piantine. Chi le ha seminate allora? Il vento, oppure un uccellino di passaggio che ha lasciato cadere un semino. Potremo così parlare ai bambini della disseminazione.
La pianta ha un solo unico fine: quello di produrre il seme; ecco perchè fiorisce e fruttifica. Quando poi i suoi semi sono maturi, la natura provvede affinchè essi siano portati il più possibile lontano dalla pianta madre.
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