Maria Montessori nel 1899 lavorò nella Scuola Magistrale Ortofrenica di Roma, incarico ottenuto in seguito a un suo corso tenuto sempre a Roma per i maestri della scuola pubblica. L’insegnamento della grammatica, allora, non fu completo e profondo come è potuto riuscire coi bambini normali, ma fu un insegnamento brillante: la grammatica era “vissuta”, e i bambini vi prendevano il più vivo interesse. Fu durante questa esperienza che nacquero i “comandi” e le “scatole grammaticali”.
Come racconta Maria Montessori, in questi primi esperimenti di didattica preparò per i bambini serie di parole stampate su cartellini singoli, che insieme potevano comporre frasi o proposizioni.
I primi abbinamenti fatti dai bambini con questi cartellini potevano essere del tipo nome-aggettivo, ad esempio: “lana-rossa”, “confetto-dolce”, “cane-quadrupede”. Poi gli abbinamenti potevano includere articolo e verbo: “la minestra è calda”, “Maria mangia i confetti”.
Per facilitare la scelta dei cartellini, Maria Montessori li dispose all’interno di alcuni casellari separati, un casellario per il nome, uno per l’aggettivo, uno per il verbo, uno per l’articolo, ecc… Ogni casellario era poi suddiviso ulteriormente per tipo. Ad esempio il casellario del nome era diviso in: persone, vestiario, cibi, animali; il casellario dell’aggettivo in: colori, forme,…; il casellario dei verbi in: infinito, presente, passato, futuro.
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