Poesie e filastrocche sui mestieri – una raccolta di poesie e filastrocche sul lavoro dell’uomo e i mestieri, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.
Il treno degli emigranti
Non è grossa, non è pesante
la valigia dell’emigrante…
C’è un po’ di terra del mio villaggio,
per non restar solo in viaggio…
un vestito, un pane, un frutto
e questo è tutto.
Ma il cuore no, non l’ho portato:
nella valigia non c’è entrato.
Troppa pena aveva a partire,
oltre il mare non vuole venire.
Lui resta, fedele come un cane,
nella terra che non mi dà pane:
un piccolo campo, proprio lassù…
Ma il treno corre: non si vede più.
Gianni Rodari
I colori dei mestieri
Io so i colori dei mestieri:
sono bianchi i panettieri,
s’alzan prima degli uccelli
e han farina nei capelli;
sono neri gli spazzacamini,
di sette colori son gli imbianchini;
gli operai dell’officina
hanno una bella tuta azzurrina,
hanno le mani sporche di grasso:
i fannulloni vanno a spasso,
non si sporcano nemmeno un dito,
ma il loro mestiere non è pulito.
Gianni Rodari
Gli odori dei mestieri
Io so gli odori dei mestieri:
di noce moscata sanno i droghieri,
sa d’olio la tuta dell’operaio,
di farina sa il fornaio,
sanno di terra i contadini,
di vernice gli imbianchini,
sul camice bianco del dottore
di medicina c’è un buon odore.
I fannulloni, strano però,
non sanno di nulla e puzzano un po’.
Gianni Rodari
Capelli bianchi
Quanti capelli bianchi
ha il vecchio muratore?
Uno per ogni casa
bagnata dal suo sudore.
Ed il vecchio maestro
quanti capelli ha bianchi?
Uno per ogni scolaro
cresciuto nei suoi banchi.
Quanti capelli bianchi
stanno in testa al nonnino?
Uno per ogni fiaba
che incanta il nipotino.
Gianni Rodari
L’omino della gru
Filastrocca di sotto in su
per l’omino della gru.
Sotto terra va il minatore,
dov’è buio a tutte l’ore;
lo spazzino va nel tombino,
sulla terra sta il contadino,
in cima ai pali l’elettricista
gode già una bella vista,
il muratore va sui tetti
e vede tutti piccoletti…
ma più in alto, lassù lassù
c’è l’omino della gru:
cielo a sinistra, cielo a destra,
e non gli gira mai la testa.
Gianni Rodari
Nel giardino
Nel bel giardino, sotto il sole d’oro,
un ragno tesse la sua tela fina
fra stelo e stelo; alla sua casettina
porta un chicco di grano la formica.
Un’ape succhia il nettare di un fiore
e, con voli felici, il suo nidietto,
fa un passero canoro sotto il tetto.
Una gallina insegna ai suoi pulcini
come si becca… Ognuno ha il suo lavoro
nel bel giardino, sotto il sole d’oro.
C. Bettelloni
Lavoro
Sono un bambino e vivo in città
ma il lavoro lo conosco in verità:
mi lucido le scarpe ed al mattin
sorveglio il latte e studio la lezione;
e, dopo desinar, gioco un pochino
poi faccio spesa, e sono proprio buone
le frutta quando io le ho comperate
chè, a voi lo dico in tutta confidenza,
con molta cura le ho scelte ed assaggiate;
prima di sera scrivo con pazienza
il compito, e ripasso la lettura,
giocattoli ripongo e poi preparo
i libri nella borsa con gran cura.
Ditelo, via; “E’ un bimbo proprio raro!”
T. Belforti
L’alba
Tutta dolce, tutta bianca
l’alba sale il cielo azzurro…
corre un fremito, un sussurro
sulla terra non più stanca;
ogni fiore si ridesta,
gli uccellini fanno festa…
sorge a un tratto il sole d’oro:
bimbi ed uomini, al lavoro!
E. Bossi
Il fannullone
Oh! Che piacere – mangiare e bere
andare a spasso – e fare chiasso,
senza lavori – senza sudori
senza doveri – senza pensieri!
passare il giorno – … ma sbadigliando!
In conclusione
del fannullone,
qual è la gioia?
Morir di noia.
L. Schwarz
La fucina
Il mantice rifiata a più non posso
nella fucina e la fiammella balla,
sul mucchierello del carbone rosso,
con ali azzurre come una farfalla.
N. Vernieri
La scelta del mestiere
-Ho da scegliermi un mestiere-
pensa Piero tutto il giorno.
-Se facessi il panettiere?
Oh, ma scotta troppo il forno!…
Se facessi il muratore?
Ma il mestiere è tanto duro!
Forse forse il minatore…
Ma sta sempre giù all’oscuro!
Potrei fare l’imbianchino!
E se piglio il torcicollo?
Mi farò spazzacamino!
E se il tetto mi dà un crollo?
Ho da fare il macellaio?
No, del sangue ho un grande orrore!
E se andassi marinaio?
Ma del mare ho un gran terrore!
Così Piero tutto il giorno
per cercar la professione,
se ne va girando attorno
sfaccendato e bighellone.
Cerca cerca, il tempo passa
nulla impara e nulla sa
e se ora in ozio ingrassa,
come mai la finirà?
L. Schwarz
I bravi omettini
I due bravi omettini
han lasciato i balocchi.
Quattro manine d’oro
quattro lesti piedini
due vispe paia d’occhi
si son messi al lavoro.
Perchè ognuno è felice
perchè il lavoro è un gioco
la fatica allegria
quando la mamma dice:
-Aiutatemi un poco,
bravi bambini, via._
C. Del Soldato
Sveglia
Chicchirichì fa il galletto,
cì cì cì fa l’uccelletto,
din don dan fa la campana
sia vicina, sia lontana,
annunciandoci il ritorno
del radioso nuovo giorno.
Si alzan tutti a questo coro
e si avviano al lavoro;
si alza presto il contadino:
va nei campi dal mattino.
Si alza presto l’operaio:
la fatica lo fa gaio.
Si alza pure dal lettino
e va a scuola ogni bambino.
Resta solo nella culla
il piccin che non fa nulla.
L. Scardaccione
Girotondo del fannullone
Il lunedì, ch’è il dì dopo la festa,
o Dio, che ho il mal di testa,
non posso lavorar!
Il martedì mi siedo sulla soglia
ad aspettar la voglia
che avrò di lavorar.
Il mercoledì preparo i miei strumenti,
ma, ahimè, c’è il mal di denti,
non posso lavorar.
Il giovedì, che da così bel tempo,
davvero non mi sento
di andare a lavorar.
Il venerdì, ch’è il dì della passione
mi metto in devozione,
non posso lavorar.
Sabato sì ch’è proprio il giorno buono;
ma per un giorno solo
che vale lavorar?
D. Valeri
Anch’io lavoro
La formica innanzi giorno
va pei campi, va per l’aie
cerca, cerca d’ogni intorno,
fino a sera cercherà.
Ed il ragno, che si cela
fra le siepi e in mezzo ai rami,
cominciata ha la sua tela,
fino a sera tesserà.
E la rondine al mio tetto
fabbricando va il suo nico;
fino a sera durerà
nel lavor quell’uccelletto.
O formica, o rondinella,
lavorate, lavorate!
Anche questa bambinella
come voi lavorerà.
S. Dazzi
Il lavoro
Lavoro è zappare la terra,
battere il martello nella buia bottega,
guidare i treni veloci,
partire e tornare pei cieli;
lavoro è pulire le strade,
cuocere il pane,
curare chi soffre.
Ecco, ogni azione compiuta
per il bene di tutti è lavoro.
A. Ferrari
Il grillo vagabondo
Sono un grillo pellegrino.
pazzerello e canterino:
vivo libero e giocondo
saltellando per il mondo.
Salto sempre allegramente,
passo a volo ogni torrente,
salto un fosso, un campo, un muro
per cercar grano maturo.
Se non trovo la semente
salto i pasti indifferente,
salto anche il venerdì
un po’ pazzo sono sì.
Non mi piace lavorare
preferisco saltellare;
potrei fare il ballerino,
ma viaggiare è il mio destino;
mi diverte esser cantante,
ma per me, da dilettante.
Canto e salto tutto il giorno
ed a casa mai ritorno:
sono un grillo giramondo,
un eterno vagabondo.
Così vivere mi va,
per goder la libertà.
M. Argilli
L’omino dei gelati
Nel parco pubblico della città
è ricomparso alla fine di maggio
un simpatico e strano personaggio…
(Un uomo o un mago?
Nessuno lo sa!)
In giacca bianca e bottoni dorati
– tondo, rubizzo, giocondo all’aspetto –
spinge pian piano un grazioso carretto
su cui c’è scritto in azzurro “Gelati”.
Quel carrettino! Che grandi sospiri
quando nel parco compie i suoi giri!
I bimbi sognano di poter dire:
“Mi dia un gelato da mille lire!”.
Da quale strana terra incantata
è qui venuto quel caro omino
con le delizie del suo carrettino
fatte di crema e di panna montata?
Forse le fate della montagna
gli dan la neve pei suoi sorbetti:
forse nel regno della cuccagna
a lui, di notte, mille folletti
portan le essenze più dolci e strane
di miele, fragole, menta e banane.
Forse… (bambini sentite me)
del parco pubblico quell’uomo è il re!
Quando si chiudono tutti i cancelli
e buoni dormono bimbi ed uccelli,
sotto un gran platano il nostro ometto
si siede in trono sul suo carretto.
Il venditore di palloncini
a lui s’inchina con riverenza,
gli rende omaggio la diligenza
frenando il trotto dei suoi ciuchini.
E intanto ammiccano, là fra le rose,
le lucciolette lievi e curiose…
Ma chi può dirlo? Nessuno sa
chi sia davvero quel personaggio
ch’è ricomparso alla fine di maggio
nel parco pubblico della città.
V. Ruocco
La vocazione del perdigiorno
Vediamo un po’:
che mestiere farò?
Il meccanico no,
perchè ci si insudicia tutti
e così neri e brutti
e con la faccia scura
si fa brutta figura.
Vediamo un po’:
che mestiere farò?
Il falegname no,
perchè quando seghi di lena
ti fa male la schiena,
e quando pialli
ti vengono i calli.
Vediamo un po’:
che mestiere farò?
Il contadino no
perchè nella terra che è soda
la vanga s’inchioda,
e per bene zappare
bisogna faticare.
Vediamo un po’:
che mestiere farò?
Io proprio non lo so,
il sarto
lo scarto,
il cuoco
può scottarsi col fuoco,
il muratore
può sciogliersi in sudore,
il calzolaio poi non mi va giù
per quel puzzo di cuoio e caucciù,
e piuttosto di fare il parrucchiere
faccio un altro mestiere.
Ecco proprio non so
che mestiere farò.
Che non ci sia davvero
un mestiere leggero
in cui si possa stare
in pace a riposare?
A. Novi
La piccola massaia
Perchè mamma ha da finire
di stirare e di cucire,
dopo il pranzo la bambina
rigoverna la cucina.
Toglie l’acqua dal fornello,
mette i piatti nel mastello.
Poi asciuga le posate
chè non restino macchiate.
Ora mira quel che ha fatto
con il cuore soddisfatto.
Prende il libro e si dispone
a imparare la lezione.
R. Pezzani
Chi lavorò per la casetta?
Vien per primo il muratore:
calce e pietre egli ha portato.
Con che cosa ha lavorato?
Viene avanti un falegname
travi e porte, anche scalini
e finestre ha preparato.
Con che cosa ha lavorato?
Viene il fabbro: chiavistelli,
serrature e infin cancelli
mise a posto e preparò.
Con che cosa lavorò?
Non scordiamo l’imbianchino
e nemmen l’elettricista
e l’idraulico e il giardiniere:
tutti han fatto il loro dovere.
Ed infine dal mattino
la mamma cara e buona
rende linda ognor e gaia
la casetta, che risuona
di tua vita, o mio piccino.
T. Belforti
La macchina per cucire
La macchina cuce ronzando
via, rapida, sempre di più.
La stoffa si ammucchia frusciando,
su e giù vola l’ago, su e giù.
Che bella impuntura perfetta!
Han fatto un grembiule in un’ora:
la macchina allegra che ha fretta
la mamma che canta e lavora.
A. Lugli
La mietitrice
La mietitrice,
in mezzo al biondo grano,
canta e miete
con l’agile mano.
Miete e canta:
“O spighe tutte d’oro,
frutto di terra,
frutto di lavoro!”
Canta e miete:
“O morbidi covoni,
che date i pani
saporiti e buoni
a tutti i bimbi
ricchi e poveretti.
turgidi chicchi
siate benedetti!”
La mietitrice,
in mezzo al grano biondo
mietendo canta:
“Com’è bello il mondo!”
Piccolo pescatore
Lietamente batte l’onda
sulla sponda…
dallo scoglio un bimbo tende
l’amo e attende…
Fanno i pesci: “Oh lo sappiamo!
Quello è un amo”.
Ed al largo van nuotando,
canzonando.
Ma di luce è il cielo, e pare
cielo il mare.
Tutto lieto il bimbo pesca
l’acqua fresca.
L. Schwarz
Filastrocca dei mestieri
C’è chi semina la terra,
c’è chi impara a far la guerra,
chi ripara le auto guaste
e chi sforna gnocchi e paste.
C’è chi vende l’acqua e il vino,
chi ripara il lavandino,
c’è chi pesca nel torrente
e magari prende niente.
C’è chi guida il treno diretto
e chi a casa rifà il letto,
chi nel circo fa capriole
e chi insegna nelle scuole.
C’è chi recita, chi balla
e chi scopa nella stalla.
Così varia è questa vita
che la storia è mai finita.
Gianni Rodari
Per essere contenti
Diceva un’ape: “Ohimè che gran fatica
correr sempre su e giù di fiore in fiore;
d’ogni corolla sugger l’umore!
Di me ben più felice è la formica!…”
Diceva la formica: “Oh, che dannata
vita girare in cerca di alimenti
faticar sempre, vivere di stenti!…
L’ape, certo, è di me più fortunata…”
Da un ramo un uccellino che le udì,
modulò il canto e disse lor così:
“Sorelle, ognuno il suo destino porta
e l’invidia davver non ci conforta.
Un mezzo c’è per vivere contenti:
fare il proprio dover senza lamenti!”
G. Fabiani
Il vigile urbano
Chi è più forte del vigile urbano?
Ferma i tram con una mano,
con un dito, calmo e sereno,
tiene indietro un autotreno;
cento motori scalpitanti
li mette a cuccia alzando i guanti.
Sempre in croce in mezzo al baccano;
chi è più paziente del vigile urbano?
Gianni Rodari
Il mio vigile
Ad un angolo della città
il mio vigile fermo sta
impeccabile ed attento
a sorvegliare il movimento.
I veicoli che vanno
a un suo cenno fermi stanno
e anche i grossi torpedoni
fan la sosta buoni buoni.
E’ assai alto di statura
però a me non fa paura.
Quando gli passo sotto il viso
mi fa perfino un sorriso.
Mamma Serena (I libri del come e del perchè)
L’arrotino
O quell’ometto, con quel carretto,
che giri la ruota in quel vicoletto,
che giri la ruota tutto il dì:
pedali, pedali e sei sempre lì!
Gianni Rodari
Disoccupato
Dove sen va così di buon mattino
quell’uomo al quale m’assomiglio un poco?
Ha gli occhi volti all’interno, la faccia
sì dura e stanca.
Forse cantò coi soldati di un’altra
guerra, che fu la nostra guerra. Zitto
egli sen va, poggiato al suo bastone
e al suo destino,
tra gente che si pigia
in lunghe file alle botteghe vuote.
E suona la cornetta all’aria grigia
dello spazzino.
Umberto Saba
Cose utili
L’incudine e il martello
la lima e lo scalpello,
la pialla e il pialletto,
la lesina e il trincetto,
le forbici e il ditale,
e l’ago e l’agoraio,
la penna e il calamaio,
son per l’uomo cose d’oro
perchè servono al lavoro.
F. Dall’Ongaro
I mestieri
Il falegname dice:
“Io lavoro felice
il pioppo e la betulla.
Fo la madia agli sposi,
al bambino la culla
perchè sogni e riposi”.
Arriva l’arrotino
e si ferma ai cancelli
e chiama il contadino
che gli porta i coltelli,
le forbici, le scuri.
Tutti quei ferri oscuri,
invecchiati nei campi,
ora mandano lampi.
Il contadino dice
al bove che l’aiuta
e faticando tace:
“La stagione è venuta;
dobbiamo arar la terra”…
Com’è bella la pace!
Com’è brutta la guerra!
R. Pezzani
Il lavoro
I piccoli animali
fanno tutti un mestiere:
fanno il fabbro e l’artiere,
son sarti e manovali.
Il ragno tessitore
rifabbrica la tela,
che somiglia a una vela
su un mare di splendore.
La rana che si liscia
all’orlo del fossato
sta in guardia dall’agguato
che le tende la biscia.
Lo scarabeo al cantiere
rotola una pallina:
così come cammina
somiglia a un carrettiere.
E, se senti un scricchio,
e un passo nel fogliame:
se senti un falegname
che batte e pialla, è il picchio.
C’è tutto un gran fervore
c’è tutto un gran da fare:
perchè chi vuol mangiare
bisogna che lavori.
G. Porto
Il ferro
Come canta, stamattina,
il martello tuo, fuciina.
Il sagrato ne è percosso,
anche il cielo si fa rosso.
Con la cresta di corallo
l’accompagna, adesso, il gallo;
e anche il bue manda un muggito,
che da poco poco è uscito,
e il bifolco l’aia spazza
e si leva la ragazza.
S’è svegliata, già vestita,
la farfalla colorita
e risale sopra il coppo
del camino, poi sul pioppo.
La piazzetta tutta suona
e di stelle si incorona.
Rosso è il ferro come il cielo:
ecco, ha fatto fiore e stelo.
Lina Carpanini
Bellezza e lavoro
Disse l’ape alla farfalla:
Io t’invidio, o mia sorella:
tu sei libera, sei bella,
voli amabile tra i fiori;
mentre io son condannata
tutti i giorni ai miei lavori”.
Ma la vaga farfallina
le rispose assai gentile:
“Non aver, mia cara, a dire
più al lavor che alla beltà.
A te il miele; a me che resta
quando il verno tornerà?”
A. Alfani
I due vomeri
Un dì d’autunno un vomere
fattosi per lungo ozio rugginoso,
vide il fratel tornarsene
dai campi luminoso,
e domandò curioso:
“Sopra la stessa incudine
fatti, e d’un solo acciaio,
io son pieno di ruggine,
tu sì pulito e gaio:
chi mai ti ha fatto così bello?”
“Il lavoro, caro fratello!”.
C. Betteloni
Nel giardino
Nel bel giardino, sotto il sole d’oro,
un ragno tesse la sua tela fina
fra stelo e stelo; alla sua casettina
porta un chicco di grano, la formica.
Un’ape succhia il nettare di un fiore,
e, con voli felici, il suo nidietto,
fa un passero canoro sotto il tetto.
Una gallina insegna ai suoi pulcini
come si becca… Ognuno ha il suo lavoro
nel bel giardino, sotto il sole d’oro.
C. Betteloni
Il pastorello e il marinaio
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