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Ti trovi qui: Home / Poesie e filastrocche INVERNO

Poesie e filastrocche INVERNO

15 Gennaio 2020 by Maria Marino Lascia un commento

Poesie e filastrocche INVERNO – una collezione di poesie e filastrocche sull’inverno, di autori vari, per bambini della scuola d’infanzia e primaria.

Inverno

Silenzioso vieni e silenzioso vai,

o mesto inverno, che nessuno invoca.

Quando già freddo il vento della corsa

trova ancora una voce tra le piante,

e piangono lacere le foglie,

ancora non ci sei

se pur t’appressi.

E quando il primo sole un bel mattino

rischiara il cielo,

e svaniscono i cristalli della brina,

più non ci sei

se pur da poco andato.

Vieni e vai nessuno ti saluta.

Addio, autunno! Ben torni, primavera!

Sono le voci che odi al tuo passare. (G. G. Moroni)

Inverno lungo

Per un raggio di sole non è

lo sgelo.

Ancora l’intrico pallido

delle ombre

è l’unico ornamento della terra

sotto gli alberi nudi.

In Norvegia, ora, sul ghiaccio

danzano i bimbi, vestiti

di panno rosso;

con le lame dei pattini disegnano

fiori d’argento

su quella che fu

acqua oscura. (A. Pozzi)

Un dolce pomeriggio d’inverno

Un dolce pomeriggio d’inverno, dolce

perchè la luce non era più che una cosa

immutabile, non alba né tramonto,

i miei pensieri svanirono come molte

farfalle, nei giardini pieni di rose

che vivono di là fuori del mondo.

Come povere farfalle, come quelle

semplici di primavera che sugli orti

volano, innumerevoli, gialle e bianche,

ecco se ne andavan via leggere e belle

ecco inseguivano i miei occhi assorti,

sempre più in alto volavano mai stanche.

Tutte le forme diventavan farfalle

intanto, non c’era più una cosa ferma

intorno a me, una tremolante luce

d’un altro mondo invadeva quella valle

dove io fuggivo, e con la sua voce eterna

cantava l’angelo che a te mi conduce. (C. Betocchi)

L’inverno e il poeta

Neppure il più pallido segno

ci resta dei mesi di sole!

La terra è uno squallido regno

che pesa sul cuore, che duole.

In ogni collina c’è un serto

di brume diffuse, stagnanti;

il cielo è un immenso deserto:

né voli, né trilli, né canti.

Eppure nella morsa del gelo

qualcosa sorride al poeta:

è un esile, povero stelo

di grano su zolla di creta.

Guardando quel tenero verde

L’artista ritorna contento

e già quel gran mare si perde

di messi cullate dal vento… (E. Ottaviani)

Inverno

Dei purziteri

ne le vetrine

xe verdoline

le ulive za;

ghe xe le renghe

bele de arzento

e sufia un vento

indiavolà:

cattivo inverno

ecote qua!

Dei salumieri

nelle vetrine

son verdoline

le olive già;

ci son le aringhe

belle d’argento

e soffia un vento

indiavolato:

cattivo inverno

eccoti qua! (V. Giotti)

Così viene l’inverno

Il cielo è grigio e freddo,

il passerotto pigola sul tetto.

Dalle sue piume scuote un che di lieve,

un batuffolo bianco, presagio della neve.

Oltre i vetri su cui si appanna il fiato,

il giardino si è tutto addormentato.

I rami sono spogli, nude sono le aiuole,

cui più non giunge il caldo raggio del sole.

Così viene l’inverno silenzioso

come un lupo che scende giù dai monti.

Ulula, a notte, ed empie gli orizzonti

(mentre la terra dorme muta e stanca)

d’un grigio sfarfallio che tutto imbianca. (F. Penna)

Sole d’inverno

Che dolce tepore! Che lieve carezza!

Lo sento che un poco di questa dolcezza

mi scende nell’animo, tutto m’invade.

E vedo nel sole un bel sogno di strade

aperte sui campi già verdi, già nuovi,

un cheto occhieggiare di gemme tra i rovi…

E il cuor si rallegra. Fra poco il susino,

il pesco, il ciliegio, fra poco, al turchino

del cielo alzeranno le rame odorose?

Io credo che presto verranno le rose

di macchia e le primule, e tutte le aiuole

saranno fiorite. Che gioia di sole!

Ma presto, freddissimo, un brivido passa

nel cielo già spento, e una nuvola bassa

nasconde l’azzurro, già tetra, già greve…

Ed ecco, nell’aria, è un presagio di neve. (A. Novi)

Inverno

Terra nera, nubi oscure

cielo freddo, pioggia, brina

già l’inverno s’avvicina

bacche rosse sulle siepi

passerotti infreddoliti

i bei giorni son finiti!

Sotto il tetto un nido vuoto

rondinella pellegrina

sei partita stamattina

guardo e aspetto. Quando torni

rondinella bianca e nera

tornerà la primavera.

Il gatto inverno

Ai vetri della scuola, stamattina,

l’inverno strofina

la sua schiena nuvolosa

come un vecchio gatto grigio:

con la nebbia fa i giochi di prestigio,

le case fa sparire

e ricomparire;

con le zampe di neve, imbianca il suolo

e per la coda ha un ghiacciolo…

Sì, signora maestra,

mi sono un po’ distratto:

ma per forza, con quel gatto,

con l’inverno alla finestra

che mi ruba i pensieri

e se li porta in slitta

per allegri sentieri.

Invano io li richiamo:

si saranno impigliati in qualche ramo spoglio;

o per dolce imbroglio, chiotti, chiotti,

fingono d’esser merli e passerotti. (G. Rodari)

L’inverno è qui

… e già biancheggia il capo alle montagne,

cadon le foglie, l’aria è fredda e bruna…

Il triste inverno sarà qui tra poco:

chiudi ben l’uscio e fatti accanto al fuoco. (P. Fornari)

L’inverno

L’inverno ritorna ad ogni giro di anno

e ha la sua ghirlanda di ghiaccioli e

di neve, la sua corona di stellette e

di leggende, le sue poesie e le sue

canzoni, il suo fascino e la sua bellezza. (N. Salvaneschi)

Mattino d’inverno

Nasce il giorno e non trova

che pagliuzze nell’orto,

e fogli secche e gialle,

e un vecchio albero morto.

Che tristezza, che squallore!

Non più voli di farfalle

tra gli albicocchi in fiore;

e sulla quercia enorme,

non più nidi, non più foglie…

Nasce il giorno, e non trova

che poche rame spoglie

e la terra che dorme (M. Castoldi)

Che cosa c’è nell’inverno

Oltre la pioggia irosa

con il suo gioco alterno

del batti e ribatti,

nel cuor dell’inverno

c’è un’altra cosa.

Oltre la neve che posa

coi fiocchi gelati

sui monti e le valli,

sugli alberi e i prati,

c’è un’altra cosa.

…C’è quella dolce cosa

che si chiama speranza,

e al di là della nera

nuvolaglia che avanza,

vede la primavera

color di rosa. (M. Mundula)

Com’è dolce

Com’è dolce, com’è dolce ascoltare delle storie

delle storie dei tempi passati

quando i rami degli alberi son neri

quando la neve è fitta e pesa sul suolo gelato. (A. De Vigny)

Inverno

Avanza, il vecchio inverno,

con passo lento e stanco,

coperto fino ai piedi

da un manto tutto bianco.

E porta freddo e gelo,

un cielo bianco e greve,

per l’aria fa danzare

la fredda e bianca neve.

Ghiaccioli di cristallo

ci dona a profusione

fa i passeri volare

sull’aia e sul verone.

Fa stare la nonnetta

accanto al caminetto

e, mentre lei sferruzza,

le fusa fa il micetto.

E i bimbi birichini?

Sul ghiaccio lieti vanno,

oppure con la neve

fantocci o palle fanno. (D. Vignali)

In casa d’inverno

Fra poco la pioggia ed il vento

faranno più caldo il tuo nido.

E’ dolce restare là dentro,

allora che il tempo è malfido.

La lampada sopra la mensa

diffonde soave la luce;

e mentre si studia e si pensa,

vicina è la mamma che cuce.

La stufa di terracotta,

nell’angolo del tinello,

scoppietta, scintilla, borbotta

dall’occhio del rosso fornello.

Il pendolo suona le ore;

anch’esso ti fa compagnia,

col tac tic tac del suo cuore,

mentre la sera s’avvia.

Oh, quanto d’amore è pervasa,

d’inverno, la voce di casa! (V. Seganti Pagani)

Inverno

L’inverno tessitore

appende ai rami trine

finissime, le brine

di fil d’argento.

L’inverno è uno scultore:

la neve fa, sul tetto,

un monumento.

Ed è anche musicista,

e, sulla tramontana,

ci fischia la più strana

sua sinfonia.

Sportivo, fa una pista

d’ogni campo di neve

per lo slittino

e per chi scia.

Ci offre, da cuoco esperto,

le caldarroste d’oro,

fragranti nella loro

corteccia nera.

Doni preziosi, certo,

e molto anch’io t’ammiro…

ma nel mio cuor, sospiro

la primavera. (Puck)

Stornelli d’inverno

Fior di collina,

son cadute le foglie ad una ad una,

e l’erba è inargentata dalla brina.

Fior di tristezza,

i rami son stecchiti e l’erba vizza;

par fuggita dal mondo ogni bellezza.

Fior freddolino,

potessimo vedere un ciel sereno

e un raggio d’oro splender nel turchino!

Fior di speranza

sotto la neve c’è la provvidenza

che lavora per noi; c’è l’abbondanza. (D. Valeri)

Invernale

Sui monti la neve

le case e la pieve,

le strade ed i prati

ha già trasformati.

Or tutto è diverso;

io vago disperso;

è dolce l’incanto,

se dura quel bianco.

Son curve le piante:

la neve è pesante…

pesante che casca

qua e là da una frasca.

Non s’ode rumore.

Un grido vi smuore.

Un cenno di fumo…

due orme. Nessuno. (G. Consolaro)

Inverno

Muta il cielo,

muta il vento.

Che gran brivido!

S’increspa

verde – argento

tutta l’acqua.

Sono tutti un sol tremore

gli alberelli

miserelli.

Dalla grande nube oscura

ora vien la tramontana…

C’è per tutta la campagna

il silenzio e lo squallore.

Gli insettucci, ad uno ad uno,

son spariti sotto terra.

Le formiche hanno sbarrato

il portone ai formicai.

Fin la talpa s’è rinchiusa

nel salone delle feste,

disturbata un pochettino

dal buon tasso, suo vicino,

suo compagno di ritiro,

che, in pelliccia giallo scura

tondo tondo

grasso grasso

russa e russa

come un ghiro. (L. Galli)

Nonno inverno

Chi ti ha insegnato a ricamare

di bianche trine gli alberi spogli,

a disegnare giori di gelo,

a far cadere fiocchi dal cielo?

Hai un mantello ch’è senza pari,

proprio tessuto dalle tue mani,

soffice, lieve, immacolato;

in esso celi le case e il prato,

i colli e i monti, poi me lo presti

ed io vi affondo in allegria.

Oh nonno inverno, chi t’ha racchiuso

nel vecchio cuore tanta poesia? (G. Aimone)

Mago gelo

In silenzio, tutto solo,

sotto un cielo di stellato,

questo notte Mago Gelo

dappertutto ha lavorato.

Ha disteso sulla gronda

un merletto inargentato;

lungo il rivo, sul laghetto,

un cristallo smerigliato.

Ha bloccato, in un istante,

la graziosa cascatella

e le ha tolto all’improvviso

il suo canto ed il suo riso.

Ha ghiacciato gli zampilli

della vasca del giardino

in un modo così vario

da formarne un lampadario.

Ha donato alle fontane

frange e pizzi senza uguale

e candele come quelle

che ci sono in cattedrale. (L. Zoi)

Mattino d’inverno

Nasce il giorno e non trova

che pagliuzze nell’orto,

e foglie secche e gialle,

e un vecchio albero morto.

Che tristezza, che squallore!

Non più voli di farfalle

tra gli albicocchi in fiore;

e sulla quercia enorme,

non più nidi, non più foglie…

Nasce il giorno, e non trova

che poche rame spoglie

e la terra che dorme. (M. Castoldi)

Pomeriggio d’inverno

Alza la nota sua, timida e breve,

lo scricciolo di mezzo alla prunaia:

a tratti di lontano un cane abbaia

e qualche falda in aria ondeggia lieve…

Qualche labile falda, in preda al vento,

discende in un suo molle ondeggiamento…

qualche labile falda… uggiola il cane;

sale il pianto negli occhi e vi rimane. (N. Neri)

Inverno

Silenzioso vieni e silenzioso vai,

o mesto inverno che nessuno invoca.

Quando, già freddo, il vento nella corsa

trova ancora una voce tra le piante,

e piangono lacere le foglie,

ancora non ci sei

se pur t’appressi.

E quando il primo sole un bel mattino

rischiara il cielo,

e svaniscono i cristalli della brina,

più non ci sei,

se pur da poco andato.

Vieni e vai e nessuno ti saluta.

Addio autunno! Ben tornata primavera!

Sono le voci che odi al tuo passare. (G. G. Moroni)

Inverno

Autunno, ancora ti cercai stamane

senza trovarti: te n’eri partito

coi piedi rossi di mosto,

rigato di pioggia sottile,

senza un canto o un grido.

L’ora del giorno t’inseguì per poco

dal campanile del convento dove

le sorelle pregavano per tutte

le stagioni d’Iddio: ma non volgesti

neppure il capo. E dopo,

l’acqua cadde a rovesci, a schianti, a rombi

e fu inverno… (F. M. Martini)

L’inverno nel villaggio

Scende dal bosco il vecchio campagnolo

col suo fascio di legna sulle spalle.

Candido è il monte, candida è la valle,

tutto di bianco s’è coperto il suolo.

C’è qualche traccia sulla neve intatta:

gente che è andata, gente che è venuta,

è fioca la campana e l’aria è muta;

gemono gli uccellini nella fratta.

Dalle finestre della casa, in fondo

al borgo, i bimbi, col nasino al vetro,

guardano il vecchio e le sue tracce dietro…

unico segno di lavoro al mondo.

Ma appena un poco il cielo si dirada

e ride il sole su tutto quel bianco,

appaiono i fanciulli in lieto branco

e far guerra di palle sulla strada.

E, mentre stan giocando allegri e fieri,

c’è un babbo silenzioso presso il fuoco:

le bestie al chiuso… si lavora poco…

e tutto questo gli dà gran pensieri. (F. Socciarelli)

I passeri

E allorchè la notte cala

tanto fredda e tanto oscura

e la tramontana fischia

così forte che impaura,

al capino sotto l’ala

giunge solo il lamentio

degli alberi gementi:

sotto i tegoli, sgomenti,

se ne stanno i passerotti:

se ne stan rabbrividendo

col capino sopra il core

che ora batte e trema forte

di paura, di dolore.

Ma che importa

tutto questo

se doman risplende il sole?

Torneran nel nuovo giorno,

torneranno a saltellare

a giocare

folleggiare

e così

finchè una notte

verrà il gelo e nel sopore

fermerà con le sue dita

pur quel piccolo tremore. (L. Galli)

Inverno

O nonno inverno, sei già arrivato?

Anche quest’anno, triste e pensoso,

nel bianco letto sei ritornato,

nonno, dal greve manto nevoso?

Poveri nidi senza nidiate,

povere piante nude di foglie,

nel ciel di piombo stanno levate,

le braccia vostre, di rami spoglie!

Ma la gran fiamma guizza e saltella

nell’ampia cappa del focolare…

Dice la nonna la sua novella

lunga, assai lunga da raccontare.

“C’era una volta…” Ma le bruciate

sgricciano liete dentro nel guscio…

“C’erano mille candide fate…”

“Ma è freddo nonna, rinserra l’uscio!”.

Alta è la neve. “C’era una volta

tra quelle fate una regina

pallida e bionda”. Un bimbo ascolta,

ma l’altro ciondola la testolina.

E nonno inverno fuor dalla casa,

il suo gran sacco di neve stende,

l’ampia nottata n’è tutta invasa.

Sui bimbi in estasi il sonno scende (D. Maria)

Dialogo d’inverno

“Dicembre, sulla terra perchè tanto squallore?”

“Ma guarda su nel cielo, la stella dell’amore!”

“Gennaio, sul tuo bianco mantello che rimane?”

“Ma sotto dorme il dolce tesoro del tuo pane!”

“Febbraio, perchè giochi col gelo e la bufera?”

“Ma poi, morendo, lascio a te la primavera.” (A. Barocchi)

Inverno

Non c’è fiore, non c’è una foglia,

negli squallidi giardini;

tranne i gravi, antichi pini,

la campagna è muta, spoglia.

Fra gli spini ardui contorti,

non un passero che trilli:

gli uccelletti, i bruchi, i grilli

son partiti o sono morti.

Ma nel freddo raggelante

c’è qualcosa di gentile

sognan già l’amico aprile

gli occhi chiusi delle piante. (M. Carrera)

Poveri passeri!

Il vento soffia,

la neve cade,

son bianchi i tetti,

bianche le strade.

Tutte le erbe

sono gelate,

poveri passeri,

voi, come fate?

Il cielo è bigio,

la neve è bianca;

son spogli gli alberi,

la terra è stanca.

Lungo è l’inverno,

breve è l’estate;

poveri passeri,

voi, come fate? (Bruno Vaccari)

Speranza

C’è un grande albero spoglio

in mezzo all’orto; pare

che soffra e non si possa

coprire e riscaldare.

Vola sui nudi rami

un passero sperduto

e cinguetta più forte

in segno di saluto.

Geme l’albero: “Un tempo

fui giovane e fui bello,

candidi fiorellini

erano il mio mantello”.

Il passero cinguetta:

“Vecchio albero, spera,

si sciolgono le nevi,

verrà la primavera!” (M. Dandolo)

Inverno

Ho pensato: che meraviglia

ha fatto Dio con l’inverno

spogliando gli alberi

e lasciandoci ammirare

forme e profili.

Quanta libertà

al cielo in tempesta.

Nonnino Inverno

Nonnino Inverno, che mi racconti

una fiaba tutta candore

chi t’ha messo nel vecchio cuore

tanti sogni, tanta poesia?

Chi t’ha insegnato a ricamare

di bianche trine gli alberi spogli

a disegnare fiori di gelo

a far cadere fiocchi dal cielo?

Hai un mantello ch’è senza pari

proprio tessuto dalle tue mani

soffice, lieve, immacolato

in esso celi le cose e il prato,

i colli e i monti, poi me lo presti

e io vi affondo in allegria.

Oh nonno Inverno, chi t’ha racchiuso

nel vecchio cuore tanta poesia? (G. Ajmone)

Inverno

Quando piove lento lento

e fa freddo, e tira il vento

nella casa sta il bambino

nel suo nido l’uccellino

nella cuccia il cagnolino

presso il fuoco il bel gattino

il ranocchio, senza ombrello

sotto un fungo sta bel bello.

Inverno

Scura è or la terra

e il buio ci pervade

ma nel mio cuor si serba

una luce che non cade.

Accesa la terrò

forte, buona e bella

e tranquillo aspetterò

che nel cielo sia una stella.

Inverno

L’albero brullo

dice al fanciullo

ora son brutto

non ho più frutto,

ma il duro inverno

non dura eterno.

Rinverdirò,

rifiorirò.

Ecco l’inverno

Freddoloso, imbacuccato

ecco l’inverno che è arrivato.

Sulle spalle egli ha un saccone

Che ci porti, buon vecchione?

Porti feste? Allegria?

Una lieta compagnia?”

Della stanza nel tepore

ben di cuore

vorrei darti il benvenuto;

ma se penso ai poveretti

il mio labbro resta muto.

Folleggianti in danza lieve

son nell’aria tanti fiocchi;

quanti fiocchi! Quanta neve!

Questo bianco abbaglia gli occhi

lietamente non si lagna

la campagna

chè il buon chicco, chicco d’oro,

che racchiude il gran tesoro

sottoterra è riparato

e lì giace addormentato.

Dorme e sogna.

“Oh, verrà la stagion buona

verso il cielo

drizzerò il mio verde stelo

e poi, grato,

verso quei che han lavorato

pel domani

darò tanti biondi pani. (C. Fontana)

Inverno

Le papere mettono i pattini

per andare sulle lastre ghiacciate,

Ma dove li han presi quei pattini,

se ricche non sono mai state?

Li ha fatti per loro un esperto

e poi glieli ha regalati

in cambio di un loro concerto.

Inverno

Io ringrazio con tutto il mio cuore

per le cose che danno calore

per i fuochi ardenti e i guanti di lana

che scaldano nella fredda tramontana

per gli abiti invernali, i giochi da giocare

quando si può sulla neve scivolare

e ringrazio per il mio letto amato

quando il gelido giorno se n’è andato.

Cantilena invernale

Un legno non fa fuoco

e due ne fanno poco;

con tre fai un fuocherello,

con quattro l’hai più bello.

Che, se poi tu ci metti

del bosco due ciocchetti,

che vivida fiammata,

oh, che bella vampata!

Che soave calore

che ti consola il cuore!

E salgon le faville

al cielo a mille a mille

a cercar le stelline,

lontane sorelline. (E. Graziani Camillucci)

Inverno

Bianco inverno, che ci porti?

Sulla terra ogni mattina,

nebbia o neve, ghiaccio o brina.

Ma per voi bambini buoni,

guanti, scarpe, calzettoni,

bei mantelli coi cappicci

caldi e morbidi lettucci;

e regali sul guanciale

per la notte di Natale. (R. Rompato)

Inverno

Oh, che gioconda fiamma

guizza nel caminetto!

Ride il babbo, la mamma

vi bacia e stringe al petto;

e bambole e balocchi

fan tutti un’allegria. (G. Mazzoni)

Dietro i vetri

Che freddo questa mattina!

I vetri coperti di brina

invitano ai ghirigori;

“Facciamo una bella cortina

con stelle, casupole e fiori!”

I prati son tutti gelati,

ma, dietro i vetri appannati,

non temon del freddo i rigori

e stanno, con gli occhi incantati,

estatici tre spettatori.

Tre bimbi che stanno a guardare

il vecchio inverno arrivare. (V. Seganti Pagani)

I doni dell’inverno

E l’inverno vien tremando,

vien tremando alla tua porta.

Sai tu dirmi che ti porta?

“Un fastel d’aridi ciocchi,

un fringuello irrigidito;

e poi neve, neve a fiocchi,

e ghiaccioli grossi un dito”. (A. S. Novaro)

L’inverno

Signori miei, son qua!

Sono il solito inverno

che ripiglia il governo

finchè la primavera tornerà.

Non porto novità:

con la solita neve

comincerò tra breve

a decorare paesi e città.

In rosso tingerò

ogni punta di naso;

non fate proprio caso

se qualche volta vi pizzicherò! (L. Schwarz)

Buon vecchione

Freddoloso,

imbacuccato

ecco Inverno ch’è arrivato.

Sulle spalle egli ha un saccone..

“Che ci porti, buon vecchione?

Porti feste ed allegria

nella lieta compagnia?

Della stanza nel tepore

ben di cuore

vorrei darti il benvenuto;

ma se penso ai poveretti

il mio labbro resta muto”.

Folleggianti in danza lieve

son nell’aria tanti fiocchi:

quanti fiocchi, quanta neve!

Quanto bianco abbaglia gli occhi! (C. Fontana)

La fredda stagione

Non mi piaci, o freddo inverno,

che ci tieni qua in prigione,

dove il giorno sembra eterno:

fuggi, perfida stagione!

Senza i fiori e la verdura

sembra morta la natura.

Più non canta il vago uccello,

trema e soffre il poverello.

Ma la mamma sa le fole

e ci chiama attorno a sè

con le magiche parole:

“Una volta c’era un re…”

Poi ritornano il Natale,

la Befana, il Carnevale;

ognuno d’essi reca un dono:

freddo inverno, ti perdono! (A. Cuman Pertile)

Lo scricciolo

Uno è rimasto, il più piccino,

di tanti uccelli volati via;

un batuffolo di piume

che non conosce malinconia;

un batuffolo irrequieto

tra i rametti della siepe,

così piccolo che pare

un uccello da presepe.

Vispi occhietti, alucce lievi,

un codino impertinente,

così gaio e spensierato

che può vivere di niente.

Nella campagna tacita, bianca,

che il gelo tiene prigioniera,

pare la nota dimenticata

d’una canzone di primavera.

Sempre gaio, sempre lieto,

senza timore del domani,

pare un bimbo poverello

che tiene la gioia nelle sue mani. (G. Ajmone)

Tutte le opere contenute in questa raccolta restano di proprietà dei rispettivi autori o degli aventi diritto. Il proprietario di questo blog non intende in alcun modo violare il copyright o farle passare come proprie opere. La pubblicazione ha scopo unicamente didattico e non verrà effettuata nessuna operazione di vendita o di tipo editoriale.

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Chi sono

Sono Maria Marino. Mi occupo di pedagogia, didattica, arte e manualità. Lapappadolce è il sito che scrivo come insegnante e mamma, per contribuire nel mio piccolo a rendere più accessibili a tutti i bambini, a scuola o a casa, la didattica Montessori, la pedagogia Waldorf, e tutte le pratiche educative che ho imparato con loro e in cui credo. Per saperne di più…

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Testimonials

L’album è fatto veramente bene e mi ha aiutato molto nella comprensione della pedagogia montessiana.
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Forse avrei preferito una suddivisione per Età del bambino.

Nicla Marzullo

Testimonials

sono Coordinatrice delle attività educative e didattiche di una Scuola dell’Infanzia e Primaria. Utilizzo questo sito per reperire consigli, materiale didattico e informazioni utili al lavoro dei docenti.

Raffaella B.

Grazie per il materiale che mettete nel sito. molto utile a chi, come me, lavora per portare avanti il pensiero montessoriano!

Serena G.

Sono un’insegnante montessoriana. Interessanti ed utilissimi i materiali. Grazie.

Donatella S.

Sono felice di essermi abbonata, sto frequentando un corso montessoriano e trovo il suo sito veramente utile e prezioso per le tante risorse disponibili.

Luisa Z.

Sito interessante, utile e fondamentale se si vuole capire meglio il Metodo Montessori e la creazione/presentazione delle varie attività ai bambini. In questo periodo di homeschooling forzata è stato per me una scoperta importantissima e mi ha aiutata molto con mio figlio. Grazie davvero per il lavoro che fate

Carla

Salve Maria, sono un’insegnante di scuola primaria statale, da sempre appassionata e sostenitrice del pensiero montessoriano, tanto da promuoverlo, con successo, come laboratorio nella scuola dove lavoro . Desidero ringraziarti per questo meraviglioso e utilissimo materiale che condividi e per come lo presenti tenendo fede alle parole di Maria Montessori. GRAZIE!

Anna A.

Sono la referente della sezione ad indirizzo Montessori di una scuola pubblica. Mi piace confrontare i tuoi materiali con quelli da me prodotti e ideare modifiche e ampliamenti anche prendendo spunto dalle diverse formatrici che in questi anni ho incontrato. Montessori è una bella sfida: rimanere essenziali e chiari tra principi scientifici e modernità!

Daniela M.

complimenti per il sito e per tutto il materiale… è veramente un gran tesoro!

Elide P.

grazie di tutto il materiale che metti a disposizione, ho lavorato molto con i simboli della psicogrammatica, i bambini di 2^ si sono divertiti molto.
grazie 1000

Francesca

Sono un’insegnante della Primaria , sto frequentando un corso di formazione Montessori, e ho trovato molto interessante e d’ aiuto il materiale da Lei proposto.

Alessandra G.

Ho provveduto in data odierna ad effettuare il bonifico per rinnovare l’abbonamento al suo sito.
Le faccio i miei più sentiti complimenti per il lavoro che svolge.

Maria Teresa V.

Salve a tutti, sono un’insegnante Montessoriana e ti ringrazio per tutto questo stupendo materiale già pronto.

MonicaBo

molto funzionale, ottime spiegazioni e percorsi

Marta
Sono una insegnante ed una psicologa..apprezzo molto il vostro materiale
Antonia

Trovo che le sue idee ed il suo approccio siano molto utili a tutti gli insegnanti che desiderano aprirsi e mettersi in gioco.

Elena B.

Grazie!
È un bellissimo sito con tantissimi spunti.

Antonella

Sono abbonata al sito e mi piace tantissimo.
Ieri ho fatto il versamento per regalare l’iscrizione ad una mia amica che ha un bimbo di 20 giorni.
Complimenti e grazie per il tantissimo materiale!

Paola B.

Utilizzo da quest’anno il vostro materiale e mi si è aperto un mondo! Grazie. Il lavoro ”roposto è utilissimo. Sarebbe bello poterlo avere anche già stampato e confezionato…

Laura B.

Grazie e complimenti per il suo lavoro!

Grazia M.

Sono una insegnante che si sta’ per specializzare nell’insegnamento del metodo Montessori. Questo sito mi è stato consigliato dai miei docenti del corso che frequento e lo trovo molto interessante

Sara C.

Lavoro decisamente valido, comprovato con i bambini: risultati sorprendenti! Anche se purtroppo non lavoro in una scuola Montessori…

Laura

Grazie per il grande lavoro che fai per noi maestre montessoriane

Stefania B.

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vita pratica Montessori

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